L'arte del cavalcare. L'origine dell'
e. è remotissima. I primi
cavalieri appartennero alle popolazioni vaganti nelle steppe della Russia,
intorno al lago Baikal, vale a dire nei luoghi dove è ormai parere
concorde che sia comparso il cavallo e sia stato addestrato dall'uomo. è
comunque certo che se anche i cavalli e il cavaliere venivano tenuti in alta
considerazione presso Greci e Romani, tuttavia questi popoli non furono dei veri
e propri cultori dell'
e. come invece gli Orientali. Il più antico
trattato sull'addestramento e l'allenamento delle cavalcature è infatti
quello scritto da un certo Kikkuli, capo delle scuderie reali dell'imperatore
dei Mitanni, un popolo abitante sull'altipiano iraniano. Pare che questo
cavaliere fosse un indiano, e infatti a quel tempo le popolazioni delle vallate
dell'Indo e del Gange erano famose per la loro bravura nel cavalcare. In
Occidente l'insegnamento dell'
e. fu sempre tramandato oralmente di padre
in figlio. Fino al Medioevo la cavalleria non ebbe un grande impiego tattico
nelle battaglie, e, quanto ai Romani, la loro passione per l'
e.
restò negli angusti limiti del diversivo per patrizi, oppure fu lucrosa
attività per coloro che partecipavano ai giochi del circo. Con le
invasione barbariche, il cavallo assurse a importanza capitale nella vita delle
popolazioni e degli eserciti, ma nonostante ciò il periodo di
oscurantismo culturale che accompagnò la calata delle popolazioni
nordiche fece sì che fino al Rinascimento l'arte del cavallo fosse ancora
affidata alla tradizione orale. Nel XV sec., con il rifiorire delle lettere e
dell'amore per lo sport, venne fondata a Napoli la celebre scuola del principe
Pignatelli e dalla città del Vesuvio in breve la tecnica dell'
e.
si diffuse in tutta l'Europa. Sull'esempio del principe altri nobili italiani e
stranieri fondarono accademie e scuole d'
e. che curarono anche la
compilazione di opere sull'argomento. L'insieme degli insegnamenti di queste
accademie e di tutti i corsi di
e. da loro derivanti viene tuttora
chiamato
e. di scuola, che si contrappone all'
e. naturale. Della
prima fanno parte i caroselli, le evoluzioni di alta scuola e di addestramento,
mentre la seconda riveste un aspetto più immediatamente sportivo in
quanto comprende percorsi di campagna, marce di resistenza, concorsi ippici,
cacce a cavallo e cavalcate in brughiera. La terminologia tutta italiana
dell'
e. di scuola lascia chiaramente intendere la sua origine e la sua
paternità, ma il frequente uso di parole inglesi e francesi nel
linguaggio riguardante l'
e. naturale non deve assolutamente trarre in
inganno: anche la moderna tecnica nel cavalcare è stata studiata, ideata
e propagandata da un italiano, l'ufficiale di cavalleria Federico Caprilli. La
teoria di Caprilli, morto tragicamente perché colto da malore in sella a
un cavallo, nel 1907 a Pinerolo, venne messa in pratica per la prima volta dallo
stesso ideatore nel 1904, dopo anni di prove costellate da cadute e da tentativi
non sempre compresi né condivisi dai pochi esperti dell'epoca. La data
tuttavia segnò una svolta nella storia dell'
e. e oggi tutte le
modificazioni e gli ammodernamenti dell'arte del cavalcare sono fatti sulla base
delle teorie di Caprilli. Il caposcuola dell'
e. sportiva moderna
sosteneva di voler togliere al cavallo le sofferenze della cattiva monta
rendendolo più redditizio e risparmiando ai cavalieri fatica e cadute. I
cardini del sistema di Caprilli sono tre: equilibrio, progressione e
assecondamento. In pratica l'ufficiale mirava a creare un sistema, e
riuscì nell'intento, per cui cavallo e cavaliere venissero a formare un
tutt'uno, specialmente nei passaggi difficili e nei salti degli ostacoli. Il
cavaliere deve impugnare le redini in maniera tale da lasciarle scorrere,
così da liberare il cavallo quando questi allunga il collo; nel momento
in cui l'animale sta per spiccare il salto sull'ostacolo è necessario
sollevarsi sulle staffe in modo da alleggerire il più possibile il peso
dell'uomo sulle reni; infine sia le gambe che le mani devono collaborare alla
buona impostazione dell'animale in corsa, le prime controllando il treno
posteriore dell'animale e le seconde quello anteriore. In sessant'anni di
evoluzione la tecnica del cavalcare è ancora migliorata, ma il più
grande successo postumo di Federico Caprilli si è avuto negli ultimi
anni, quando finalmente anche i tradizionalissimi inglesi hanno abbandonato del
tutto i loro vecchi sistemi per abbracciare completamente quelli in uso sul
continente e derivati dalle scuole militari di Pinerolo e Tor di Quinto, che
ebbero in Caprilli il loro grande innovatore e animatore.