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Epistemologìa.

Disciplina che esamina criticamente la struttura formale della scienza. Essa rappresenta quella parte della gnoseologia che studia la natura e il valore della conoscenza scientifica e, più particolarmente, costituisce un'indagine critica sulla forma e sulla struttura logica di una singola scienza. Il termine, di origine platonica (nella Repubblica, Platone aveva chiamato episteme la visione chiara e serena dell'essenza delle cose), fu introdotto dal pensatore scozzese F. J. Ferrier (Institutes of Metaphysics, 1854) che lo usò come sinonimo di gnoseologia, ossia per indicare la teoria della conoscenza. Il problema centrale dell'e. riguarda un settore specifico della gnoseologia, ossia quella parte che studia la natura e il valore della conoscenza scientifica. Più precisamente l'e. è la disciplina che si occupa della forma della scienza: osservazione dei fenomeni; sistemazione dei concetti, delle leggi, teorie, sistemi, ecc. Si distingue poi una e. generale, riguardante la scienza in astratto (o i rapporti delle singole scienze tra loro) e una e. speciale, riguardante ogni singola scienza di cui studia la particolare struttura formale. Per quanto l'introduzione del termine sia relativamente recente, l'e., come disciplina, risale al pensiero presocratico. Particolare sviluppo essa ha avuto nei periodi di crisi della ricerca scientifica, e ciò si spiega col fatto che, quando l'interesse è interamente assorbito dalla ricerca stessa e si ha una successione di importanti scoperte, non rimane molto tempo per la sistemazione formale. Quando invece cominciano a delinearsi difficoltà, si ha un periodo di pausa e di riflessione in cui si cerca di individuare gli ostacoli che hanno frenato o arrestato il processo di sviluppo.