(dal greco
epígramma, der. di
epigrápho: scrivere
sopra). Breve componimento poetico, per lo più composto da un distico,
che un tempo si iscriveva su un dono, un sepolcro o un monumento. Simonide di
Ceo vi raggiunse l'eccellenza. Più tardi prese un carattere diverso:
riassunse in un concetto qualche impressione, enunciò un aforisma o una
massima. Nel periodo alessandrino vi si distinsero, per grazia e finezza,
Callimaco di Cirene, Leonida di Taranto, Maleagro di Gadara. In Roma si
cominciò con l'imitare gli Alessandrini; poi l'
e. prese un
carattere satirico, mordace. Classici furono quelli di Marziale. Nei tempi
moderni, rifiorito nel XVI sec., ebbe, con l'impronta ricevuta in Roma, cultori
numerosi.