Mat. - Curva descritta da un punto di un cerchio il quale rotola senza
strisciare su un altro cerchio. In astronomia Tolomeo fece vasto uso degli
epicicli, cioè di presunte orbite epicicloidali, per descrivere il
movimento degli astri. ● Tecn. -
Cambio epicicloidale. Particolare
dispositivo per variatori meccanici di velocità, in uso in alcuni tipi di
cambio per autovetture e autocarri pesanti. L'albero conducente porta in testa
un pignone concentrico con una corona di diametro molto maggiore a dentatura
interna; tale corona può ruotare, ma all'occorrenza può essere
bloccata mediante un freno a nastro posto sul suo esterno. Diametralmente
opposti, fra la corona e il pignone, vi sono due satelliti uguali, ingranati su
di essi e collegati mediante una forcella all'albero condotto, o, se il
meccanismo è seguito da un altro analogo, collegati indipendentemente
alla corona dentata del meccanismo seguente (in tale caso anche il pignone di
questo è solidale con l'albero motore). Quando mediante il freno a nastro
si blocca la corona dentata, i planetari sono costretti a ruotare attorno al
pignone trascinando quanto è collegato ad essi in rotazione con una
velocità proporzionale a quella del pignone secondo il rapporto fra il
numero di denti del pignone e il loro. Viceversa, se la corona è
liberata, i planetari ruotano ognuno attorno al proprio asse, ferma restando la
loro posizione, e trasmettono il moto solo alla corona dentata: il meccanismo si
comporta come se fosse escluso. Se si frena più o meno la corona senza
però bloccarla, se ne può variare la velocità entro un
ampio limite, e di conseguenza si può variare la velocità di
rivoluzione dei satelliti attorno al pignone e la velocità dell'albero
condotto; il meccanismo epicicloidale si comporta allora come un
variatore
continuo di velocità. Tecnicamente il cambio epicicloidale nacque per
ovviare alle difficoltà di manovra presentate dal cambio tradizionale a
contralbero; queste sono pressoché del tutto ovviate mediante l'adozione
del
cambio sincronizzato. Anche l'uso di meccanismi epicicloidali per
variazione continua di velocità è in gran parte soppiantato da
variatori idraulici, più semplici. I meccanismi epicicloidali sono
invece ancora spesso adottati nei cosiddetti "cambi automatici" di
velocità, che altro non sono se non convertitori di coppia con innesto
automatico. Un esempio ne è il cambio messo a punto dalla
General
Motors per la Oldsmobile 1940: utilizza due giunti idraulici e tre
meccanismi epicicloidali, e consente 4 marce avanti più retromarcia. Un
tipo di cambio epicicloidale ancora in uso è il
cambio a
preselezione o
di Wilson: mentre è ingranata una marcia si
sposta una levetta fino a fissarla sulla posizione della marcia prescelta;
quando si preme la frizione avviene automaticamente il cambio del rapporto.
è usato su auto di lusso, autoveicoli industriali, automotrici
ferroviarie. In qualche caso si monta un meccanismo epicicloidale accanto ad un
cambio di natura qualsiasi e lo si aziona per diminuire il rapporto di
trasmissione e migliorare la ripresa.