Società nata nel 1989 dalla joint venture tra Enichem (società
operante nel settore chimico, farmaceutico, minerario, petrolifero e cementizio,
controllata dall'ENI) e Montedison (V.). Fondendo
gli interessi pubblici e privati nel campo della chimica primaria e delle
materie plastiche, le due potenti holding si proponevano di creare le basi per
l'affermazione sui mercati finanziari italiani e internazionali del settore
chimico nazionale, da anni in posizione subordinata rispetto alla concorrenza
straniera e in grave deficit commerciale. Nel 1990, la graduale crisi che
investiva l'
E., a causa dell'inversione della congiuntura internazionale
del settore chimico, aggravata inoltre dall'aumento del prezzo del petrolio con
la Guerra del Golfo, veniva parzialmente tamponata con l'acquisto da parte
dell'ENI della quota azionaria (40%) dell'
E. in possesso del gruppo
Montedison per una somma di 4.200 miliardi. Nel biennio successivo, tuttavia, la
società chimica accumulava oltre un miliardo di perdite a carico
dell'erario; la situazione si andava aggravando nel 1993, quando nell'ambito
delle indagini giudiziarie condotte dai magistrati di "Mani Pulite"
(V.) l'
E. veniva sospettata di traffici
illeciti, provocando uno dei più grandi scandali economico-finanziari e
politici degli ultimi anni di storia italiana.