Filosofo greco di Agrigento. Di famiglia aristocratica e ricca, fu tuttavia di
sentimenti democratici e difensore implacabile della democrazia. Verso il 440
compì dei viaggi nel resto della Sicilia, nella Magna Grecia, nel
Peloponneso; è probabile non sia più ritornato ad Agrigento.
Espose le sue concezioni filosofiche in versi; sono pervenuti a noi frammenti
del poema
Universo e dell'opera
Le purificazioni, nei quali si
compiace di essere ritenuto dai cittadini una sorta di divinità. Filosofo
eclettico, si ispirò al pensiero di Eraclito, Parmenide e Pitagora.
Acqua, aria, fuoco, terra sono i quattro elementi che generano il divenire del
mondo e sui quali dominano due forze che si alternano perennemente, l'Odio e
l'Amore. Abbraccia le tesi contrastanti di Parmenide ed Eraclito; accetta la
filosofia del primo, secondo il quale qualcosa rimane sempre uguale a se stesso
e condivide, nello stesso tempo, il pensiero del secondo, il quale afferma che
la realtà è sottoposta a continue trasformazioni (n. Agrigento 492
a.C. circa).