Che si riferisce al periodo del Regno di Elisabetta I d'Inghilterra (1558-1603).
● Encicl. - La vita politica ed intellettuale del Paese gravitava intorno
alla corte e ai nobili. L'Italia fornì ai drammaturghi lo sfondo esotico
per rappresentare passioni violente. La assima espressione poetica fu il teatro
di Shakespeare. Anche le arti figurative ebbero grande impulso. I viaggi sul
continente ed in Italia contribuirono a formare ed affinare il gusto, dando
origine ai primi collezionisti. Si sviluppò l'arte dell'incisione in rame
e fu coltivata la miniatura. Nella musica, fiorì particolarmente il
madrigale. I maggiori compositori furono Byrd, Dowland e Gibbons, fondatore
della scuola musicale anglicana. I grandi viaggi di esplorazione e di
circumnavigazione arricchirono il Paese, ne stimolarono il sentimento
nazionalistico e gettarono le basi del futuro impero coloniale. Ai problemi
religiosi si unirono i progressi del pensiero scientifico, che alimentarono un
turbamento delle coscienze, che doveva trovare espressione nel pessimismo e
nella malinconia, prevalenti nelle manifestazioni letterarie sotto il successivo
Regno di Giacomo I. ● Arch. - Già durante il regno di Enrico VIII
(1509-1547), periodo in cui più ampi furono gli scambi culturali fra le
Isole britanniche e il resto dell'Europa, il Rinascimento italiano aveva
notevolmente influenzato le caratteristiche architettoniche locali; ma anche
altri stili erano penetrati nel gusto inglese e, tra questi, principalmente
quello fiammingo e quello originato dalla cosiddetta "scuola francese" della
Loira alla quale si devono numerosi castelli eretti presso le rive di questo
fiume. Questo sovrapporsi di gusti stilistici ebbe, naturalmente, la sua
importanza specialmente per quanto concerne la "decorazione" che, in Gran
Bretagna, appare costituita da un ibrido derivato dal puro gusto classico, dalle
forme "a grottesche" e dalle tipiche decorazioni "a fasce" di origine fiamminga.
Gli architetti inglesi di questo periodo fecero proprie le nozioni ricavate dai
numerosi "trattati" che avevano fatto il loro ingresso in Inghilterra verso la
metà del Cinquecento. Trattatisti fra i più apprezzati dai
britannici furono Vitruvio, Palladio, Vignola, Bullant, De l'Orme, Du Cerneau,
de Vries. Qualche trattatista inglese che si prese la cura di tradurre le opere
degli autori suddetti, compendiò il contenuto dei vari trattati classici
europei in opere apparse sotto il proprio nome; come
The First and Chief
Groundes of Architecture di John Shute, venuto alla luce nel 1563.
Poiché questi "nuovi" trattati britannici contenevano una mescolanza di
stili classici e di ricerche originali è logico che abbiano influito
sulle opere degli architetti locali che risultarono perciò espressione di
un'assimilazione culturale composita fatta di conservatorismo e,
contemporaneamente, di originalità. Le costruzioni, per lo più
laiche, venivano erette soprattutto in campagna e servivano, di solito, da
abitazione di uomini di stato, di mercanti arricchiti che volevano fare sfoggio
della loro nuova posizione. Ecco, in tal modo, sorgere le prime
country
houses costruite per la regina o per ben apparire ai suoi occhi al fine di
ricavarne favori e privilegi. Famose ville dell'architettura
e. sono la
Wollaton Hall (Nottinghamshire); la Longleat House (Wiltshire); la Hardwick Hall
(Derbyshire); la Penshurst Place (Kent); la Montacute House (Somerset), il
Charlecote Park (Warwichshire), ecc. Come tipo edilizio, si tratta di
costruzioni, tutte realizzate nella seconda metà del XVI sec., ancora
legate allo stile Tudor (tardo gotico) ma riccamente decorate secondo il gusto
rinascimentale, con grande tendenza verso la simmetria e una maggior importanza
assegnata ai locali di uso comune. Si hanno edifici ad ali uguali con un ampio
cortile nel mezzo, altri la cui pianta è a C oppure ad H, talvolta anche
a E. Tra i maggiori architetti dell'epoca citiamo Robert Smythson che
realizzò Hardwick Hall e Wollaton Hall.