Scienza e tecnica che, in senso ampio, s'interessa ai vari fenomeni riguardanti
gli elettroni e, più particolarmente, al loro moto nei fluidi (gas), nei
solidi e nel vuoto. Quindi essa segue l'elettrone dall'origine fino al suo punto
d'arrivo; da quando esso esce da un filo incandescente per formare, con altri
elettroni, dei particolari fasci, all'esame di quanto succede se tali piccoli
fasci vengono sottoposti a campi elettrici o a campi magnetici, allo studio
delle caratteristiche luci (o luminescenze) emesse da certe sostanze
fluorescenti quando esse vengono colpite dagli elettroni o, meglio, dai raggi
catodici, e così via. Questo per quanto riguarda l'aspetto scientifico
dei vari fenomeni; per ciò che invece si riferisce all'aspetto tecnico
l'
e. si occupa di tutto ciò che riguarda le ampolle e i tubi
elettronici (diodi, triodi, tetrodi, ecc.) i transistori (al silicio, al
germanio), i raddrizzatori al selenio, i quarzi piezoelettrici e i
semiconduttori (questi ultimi tanto per ciò che riguarda la loro
costituzione, quanto per la loro possibilità di applicazione nei vari
circuiti). L'
e. è nata nel 1904 quando l'inglese Fleming
realizzò il primo "diodo", da lui stesso chiamato "valvola" in quanto
consentiva alla corrente di passare lungo un solo verso. Fino al 1940
l'
e. ha vissuto, più che altro, una fase sperimentale che si
è tuttavia sviluppata più che positivamente dando luogo a non
poche applicazioni pratiche. Ma il grande sviluppo di questa scienza-tecnica ha
avuto luogo particolarmente dopo il 1939, anno in cui i fratelli Varian
inventarono il
klystron. Zworykin ideò il suo
iconoscopio e
gli inglesi Randall e Boot realizzarono il
magnetron. Da queste
fondamentali invenzioni derivarono, negli anni successivi, la televisione, il
radar (magnetron), i ponti radio (klystron), ecc. Oggi il campo d'applicazione
dell'
e. è vastissimo; esso comprende gli "oscillatori"
(dispositivi in grado di generare correnti alternate a frequenza variabile);
"raddrizzatori" (capaci di trasformare la corrente alternata in corrente
continua); i "modulatori" (che sono alla base della "rivelazione" dei segnali);
gli "oscillografi a raggi catodici" (che permettono di rendere visibili sullo
schermo i fenomeni oscillatori); gli "amplificatori" (che "amplificano" i
segnali); i "tubi per altissime frequenze" (impiegati nella televisione);
"strumenti di misura" particolarissimi (basati su amplificatori), ecc. Oggi
all'
e. fanno capo tutti i dispositivi per automazione; le varie
applicazioni della radiotecnica (radiotrasmettitori, radioricevitori, antenne,
ecc.); i vari sistemi di telecomunicazione su filo o con onde radio; i
calcolatori elettronici d'ogni tipo (numerici, analogici, ecc.); il radar, ecc.