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Elettrometallurgìa.

Branca dell'elettrochimica, che ha per scopo lo studio e la realizzazione di alcune reazioni, che si verificano in seguito al passaggio della corrente elettrica attraverso conduttori di prima e di seconda specie, e che portano alla produzione od alla raffinazione dei metalli. La conversione dell'energia elettrica in calore si può attuare: con l'impiego di un arco; per la resistenza propria della carica del forno; adottando le alte frequenze. Nella pratica industriale si possono sostanzialmente presentare due necessità: il diretto ottenimento, ad uno stato di sufficiente purezza, di un metallo contenuto in una determinata soluzione; la purificazione di un dato metallo già ottenuto con altri sistemi, attraverso la dissoluzione anodica del prodotto impuro e la deposizione catodica del metallo che interessa ad un elevato grado di purezza. Nella purificazione per via elettrolitica, il metallo impuro è gettato in forma di anodo, solubilizzato anodicamente nel bagno e depositato al catodo allo stato di elevata purezza. Le sostanze insolubili, che spesso si formano in seguito all'attacco dell'anodo, e provenienti prevalentemente dalle impurezze in esso contenute, costituiscono un residuo che si raccoglie sul fondo delle celle di elettrolisi, e va sotto il nome di fango anodico.