(dal gr.
óidema: gonfiore). Med. - Eccessivo accumulo, negli
interstizi dei tessuti o nelle cavità sierose dell'organismo (peritoneo,
pericardio, pleure), di liquido trasudato dai vasi sanguigni o linfatici, che
determina un abnorme rigonfiamento della zona o dell'organo colpito riducendone
la funzionalità, e alterazioni elettrolitiche del sangue e dei tessuti.
L'origine dell'
e. va ricercata, nella maggior parte dei casi, in una
grave insufficienza cardiaca con aumento della pressione venosa, oppure in stati
patologici a carico del fegato o dei reni, o ancora a seguito di traumi, in
alcuni disturbi ormonali o dopo prolungata terapia cortisonica. L'
e.
può avere una localizzazione precisa (
e. polmonare, cerebrale,
angioneurotico, ecc.) oppure interessare in maniera generale tutto l'organismo
(
anasarca). Può comparire anche, in forme passeggere e in diverse
parti del corpo, nelle emiplegie, nella febbre tifoidea, nell'epilessia, nel
gozzo esoftalmico, nella siringomielia, nelle intossicazioni da arsenico, da
belladonna e nel botulismo. Nella tubercolosi, nella cachessia cancerosa e in
altre malattie, l'
e. rappresenta un sintomo di particolare
gravità. ║
E. polmonare acuto: infiltrazione sierosa
bilaterale del tessuto del polmone, dovuto a una stasi venosa polmonare in
seguito ad una grave forma di insufficienza cardiaca acuta, oppure a lesioni
polmonari o nervose. I sintomi sono costituiti da senso di soffocamento, forte
dispnea, tosse con emissione di abbondante espettorato schiumoso talvolta
striato di sangue. Il trattamento d'urgenza prevede la somministrazione di
strofantina e morfina ma, una volta superata la crisi (che può anche
avere esito letale), occorre ricercare ed eliminare la causa.