Zool. -
Phylum di animali invertebrati esclusivamente marini dei quali si
conoscono circa 4.500 specie. Il
phylum viene suddiviso in due sottotipi:
i pelmatozoi, rappresentati da forme primitive, per lo più fossili, a
loro volta ripartiti nelle 4 classi dei cistoidi, blastoidi, edrioasteroidi e
crinoidi; e gli eleuterozoi ai quali appartengono le 4 classi dei cloturoidi,
asteroidi, echinoidi e ofiuroidi. Caratteristica degli
e. adulti è
la loro
simmetria pentaradiale (raggiata) assai evidente nelle "stelle di
mare" (asteroidi); la bocca e l'ano si trovano, di solito, diametralmente
opposti sull'asse del corpo che collega il centro della faccia dorsale con
quello della faccia ventrale. Nei "ricci di mare" (echinoidi) e nelle "oloturie"
(oloturoidi), in luogo di una simmetria radiale si ha una simmetria bilaterale
per cui il corpo appare cilindrico o sferico. Altra caratteristica degli
e. è l'esistenza di un
dermascheletro formato da piastre
calcaree spesso provviste di appendici (aculei, pedicelarie, sferidi) che hanno
funzioni diverse (motilità, organi di tatto, ecc.). Terza caratteristica
degli
e. è il sistema acquifero e ambulacrale formato da un
insieme di condotti e di ramificazioni tubulari lungo i quali passa l'acqua.
Quasi tutti gli
e. sono animali bentonici ma talvolta si spingono fino
alla costa. ● Paleont. - Gli
e. apparvero, molto probabilmente, nel
periodo cambriano, cioè durante la prima fase dell'era paleozoica, circa
600 milioni di anni fa. Ma un numero grandissimo di specie popolò i mari
del periodo ordoviciano, prima sezione del siluriano (mezzo miliardo di anni
fa); molte di esse si estinsero prima della fine dell'era paleozoica; altre
invece, sono sopravvissute e sono ancora rappresentate nei mari attuali. La
natura calcarea del dermascheletro di questi animali e, più ancora, la
sua particolare resistenza, hanno permesso a moltissimi
e. di conservarsi
perfettamente allo stato fossile; numerosissimi sono infatti gli esemplari
fossili reperiti nei sedimenti marini di tutte le epoche e talvolta sono
presenti in così grande quantità, da aver dato origine, con
l'accumularsi dei loro resti, a vere e proprie rocce di tipo organogeno
calcareo. Data la loro frequenza nei cosiddetti "calcari a crinoidi", gli
e. hanno assunto, in moltissimi casi, l'importanza di "fossili guida".
Possono infatti fornire utilissime informazioni a carattere ecologico, potendo
indicare nella zona del ritrovamento l'antica esistenza di un mare, di una
laguna di acque salmastre, di fondi fangosi, sabbiosi, di rocce sommerse.