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Dühring, Karl Eugen.

Pensatore tedesco. Avvocato, dovette abbandonare la professione a causa di un indebolimento della vista seguito da totale cecità. Si dedicò allora, da un lato, alla carriera universitaria e, dall'altro, con originalità, a un'intensa attività intellettuale che andava dalla fisica teorica alla meccanica, dalla matematica all'economia, dalla filosofia all'antropologia. Incontrò dure opposizioni, oltre che per il suo eclettismo, soprattutto per il suo temperamento molto polemico che lo portò a farsi nemici gruppi e singoli pensatori. Egli comunque occupa un posto di primo piano nella storia delle correnti di pensiero positivistiche e antimetafisiche. Sviluppò un sistema di riforme sociali che chiamò "societario". Deve però soprattutto la sua fama alle ricerche condotte nell'ambito della sociologia economica, con particolare riferimento alla teoria antimarxista da lui elaborata. D. sostenne la tesi secondo cui molte delle relazioni di proprietà dell'epoca capitalistica sarebbero il risultato non della logica economica del capitalismo, bensì di una serie di cause politiche extraeconomiche. Le sue formulazioni filosofico-economiche suscitarono vive polemiche da parte dei teorici del marxismo e dei circoli politici socialisti, inducendo F. Engels a scrivere il famoso Anti Dühring, in cui metteva in luce la povertà delle formulazioni di D. Della sua vasta produzione, si ricordano una brillante storia della meccanica: Kritische Geschichte der allgemeinen Principien der Mechanik (1873), Il valore della vita (1865), Dialettica naturale (1865), Economia politica e socialismo (1874), La filosofia della realtà (1895) (Berlino 1833 - Nowawes, Berlino 1921).