Pensatore tedesco. Avvocato, dovette abbandonare la professione a causa di un
indebolimento della vista seguito da totale cecità. Si dedicò
allora, da un lato, alla carriera universitaria e, dall'altro, con
originalità, a un'intensa attività intellettuale che andava dalla
fisica teorica alla meccanica, dalla matematica all'economia, dalla filosofia
all'antropologia. Incontrò dure opposizioni, oltre che per il suo
eclettismo, soprattutto per il suo temperamento molto polemico che lo
portò a farsi nemici gruppi e singoli pensatori. Egli comunque occupa un
posto di primo piano nella storia delle correnti di pensiero positivistiche e
antimetafisiche. Sviluppò un sistema di riforme sociali che chiamò
"societario". Deve però soprattutto la sua fama alle ricerche condotte
nell'ambito della sociologia economica, con particolare riferimento alla teoria
antimarxista da lui elaborata.
D. sostenne la tesi secondo cui molte
delle relazioni di proprietà dell'epoca capitalistica sarebbero il
risultato non della logica economica del capitalismo, bensì di una serie
di cause politiche extraeconomiche. Le sue formulazioni filosofico-economiche
suscitarono vive polemiche da parte dei teorici del marxismo e dei circoli
politici socialisti, inducendo F. Engels a scrivere il famoso
Anti
Dühring, in cui metteva in luce la povertà delle formulazioni di
D. Della sua vasta produzione, si ricordano una brillante storia della
meccanica:
Kritische Geschichte der allgemeinen Principien der Mechanik
(1873),
Il valore della vita (1865),
Dialettica naturale (1865),
Economia politica e socialismo (1874),
La filosofia della
realtà (1895) (Berlino 1833 - Nowawes, Berlino 1921).