Grammatico alessandrino. Vissuto in epoca augustea,
fu un grandissimo erudito e autore di migliaia di opere, da cui il malizioso
soprannome
biblioláthas, scorda-libri, per le contraddizioni in
cui cadeva dimenticandosi di quanto scritto in precedenza. Non fu un filologo
originale, tuttavia la sua importanza per la grammatica e la filologia
successiva è enorme, grazie all'opera di compilazione da lui svolta,
quale
editor variarum e semplice trasmettitore di cultura. Erede della
scuola di Aristarco, si occupò di Omero, i cui commentari erano forniti
di ricchissimo materiale mitologico ed esegetico, della commedia da Aristofane a
Menandro e di numerosi altri autori. Da ricordare le raccolte lessicografiche,
nonché i trattati retorici e letterari. Compose anche numerose
monografie, dedicate ad argomenti particolari (la morte di Enea, la nascita di
Omero) o relative a singoli autori. I frammenti di un'opera su Demostene sono
fra i pochi passi che possiamo leggere effettivamente, essendoci noto il resto
delle sue opere per via indiretta (I sec. a.C.).