Maresciallo italiano. Intraprese da giovane la
carriera militare, come ufficiale di artiglieria; in seguito percorse la scala
gerarchica ottenendo il grado di colonnello nel 1910. Nel 1912 prese parte al
conflitto italo-turco in Libia, al comando di un reggimento di fanteria.
Rientrato in patria, prese servizio nella segreteria del generale Pollio capo di
Stato maggiore e, alla morte di quest'ultimo, del generale Cadorna. Nel 1914,
allo scoppio del primo conflitto mondiale, fu nominato capo del reparto
operazioni del Comando supremo, dove rimase fino al 1916, quando assunse il
comando di una divisione. Nel 1917 gli fu affidato il XXIII corpo d'armata,
operante sul fronte del Carso, l'unico che, durante la rotta di Caporetto,
ripiegò ordinatamente attestandosi sul Piave. Nel novembre del 1917
sostituì Cadorna come capo di Stato Maggiore, occupandosi della
riorganizzazione dell'esercito non meno che della conduzione strategica delle
operazioni. Grazie anche alla sua direzione, nel giugno 1918 l'esercito italiano
riuscì a respingere sul Piave l'attacco austriaco e, nel novembre
successivo, a rispondere con la decisiva offensiva di Vittorio Veneto. Eletto
senatore del Regno nel 1918, si ritirò a vita privata ma nel 1922 fu
richiamato, per volere del re, come ministro della Guerra nel primo Governo
Mussolini, carica da cui si dimise nell'ottobre 1924. Nel novembre del medesimo
anno fu nominato maresciallo d'Italia (Napoli 1861 - Roma 1928).