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Déry, Tibor.

Scrittore e poeta ungherese. Dopo aver esordito nel 1917 con un romanzo erotico (Lia), si iscrisse al Partito comunista; esiliato in Francia dopo la caduta di Kun, ebbe modo di conoscere le nuove tendenze artistiche e letterarie del Surrelismo e dell'Espressionismo, alle cui novità D. si mostrò sensibile almeno nelle prime opere. Rientrato in Ungheria, la sua vita fu caratterizzata da un intenso impegno politico a sostegno del Socialismo; le sue opere narrative e poetiche si rivelano come tentativo di trasporre sulla pagina scritta le teorie e gli ideali socialisti, nella ripetizione di moduli e stilemi che ricordano Proust e Mann. Imprigionato nel 1957 per aver partecipato alla rivolta dell'anno precedente, fu liberato nel 1960. Negli ultimi anni la produzione di D. fu abbondante, ma piuttosto eterogenea: Reportage immaginario da un festival pop americano (1971); Caro beaupère (1973), descrizione, fra ironia e dolcezza, della propria vecchiaia; Sedimenti di un giorno (1975, 1976, 1978), una raccolta di riflessioni nate da fatti, ma ricche di saggezza e di rassegnata sapienza; Inciampi (1978, postuma), un'ampia raccolta di articoli. Fra le opere precedenti citiamo: La frase incompiuta (1947); La risposta (1950-1952); Niky, storia di un cane (1956); L'amore (1963); Il signor A.G. nella città di X (1964) (Budapest 1894-1977).