Uomo politico e filosofo italiano. Nominato nel 1783
assessore militare della provincia di Teramo, ne fu poi allontanato per sospetto
di gallofilia. Durante la rivoluzione del 1799 ricoprì cariche pubbliche,
fatto per il quale, alla prima restaurazione, fu costretto all'esilio nella
Repubblica di San Marino fino al 1806. Richiamato alla politica da Giuseppe
Bonaparte, in seguito si ritirò a vita privata, fatta salva la
partecipazione ai moti del 1821. Benché non fosse un rivoluzionario,
credette sinceramente in un modello di Stato riformatore di tipo settecentesco;
anche il suo pensiero fu di impostazione illuminista. La sua fede nel progresso
era sostenuta dall'idea che un istinto imitativo spingerebbe l'uomo ad una
continua perfettibilità. Tra le sue opere:
Ricerche sul vero carattere
della giurisprudenza romana e dei suoi cultori (1791),
Memorie storiche
della Repubblica di San Marino (1804),
Pensieri sulla storia e
sull'incertezza e inutilità della medesima (1806),
Nuove ricerche
sul bello (1818) (Leognano, Teramo 1744 - Teramo 1835).