Poeta austriaco. Fu a lungo in Italia, dove strinse
amicizia con vari esponenti della poesia e della pittura futurista. Dopo il
monumentale e oscuro poema
Aurora boreale (1910), sorta di cosmogonia
mistica, trasse dai suoi innumerevoli viaggi (Parigi, Firenze, Atene) il frutto
di un'esperienza ricca e vivace, soggetta alle più disparate influenze,
dal Futurismo fino al Simbolismo, come risulta dalle sue opere:
Non vogliamo
annoiare (1915),
Inno all'Italia (1916),
Perle di Venezia
(1922) (Trieste 1876 - St. Blasien, Foresta Nera 1934).