Mit. - Geni della metallurgia o demoni-fabbri
dell'antica religione greca, collegati con il culto delle forze telluriche.
Abitatori del monte Ida, in Frigia, essi furono poi assegnati dalla leggenda
all'omonimo monte di Creta e, quindi, trasformati in esseri addetti al culto di
Cibele. Il loro nome (che significa le dita del monte Ida) si riferisce al fatto
che Cibele, in attesa di partorire Zeus, già in preda alle doglie,
avrebbe puntato le sua dita contro il terreno del monte Ida, forse nell'intento
di alleviare i dolori. Il numero dei
D.I. varia a seconda delle leggende:
secondo alcune furono soltanto dieci; secondo altre ne vennero al mondo 52 (20
destri e 32 sinistri), oppure addirittura un centinaio. I più importanti
costituivano una triade primitiva formata da
Kelmis (fonditore),
Damnameneus (martello) e
Akmon (incudine). Ai
D.I. cretesi
furono attribuite l'invenzione dell'alfabeto, la scoperta dell'aritmetica, la
diffusione della musica e del ritmo in Grecia e la perizia nella magia.
Più in generale, i
D.I. furono ritenuti inventori dell'arte di
lavorare il ferro.