Uomo politico italiano. Laureatosi in
Giurisprudenza, entrò nella DC romana e fece carriera nella pubblica
amministrazione della capitale: prima fu commissario dell'Azienda Comunale
Elettricità, poi assessore all'Igiene in Campidoglio. Deputato nel 1963 e
nel 1969, si dimise dalla carica per diventare sindaco di Roma dal 1969 al 1976.
Rieletto al Parlamento nello stesso anno, fu sottosegretario all'Interno nei
Governi Andreotti del 1976, 1978, 1979, quindi nel primo Governo Cossiga (1979).
Ministro delle Poste nel secondo Governo Cossiga (1980) e della Funzione
Pubblica nel Governo Forlani (1980), assunse ad interim la carica di ministro
della Giustizia, conservandola nei Governi Spadolini (1981-82) e Fanfani (1982).
Diventò responsabile delle Partecipazioni statali dal primo Governo Craxi
(1983) sino a quello Fanfani (1987). Nel 1988 venne inquisito, insieme a Colombo
e Nicolazzi, per lo scandalo delle cosiddette "carceri d'oro" (n. Roma
1927).