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Dàndolo, Vincenzo.

Chimico e patriota italiano. Laureatosi in Chimica farmaceutica all'università di Padova, si stabilì a Venezia, dove aprì un piccolo stabilimento per la produzione di medicinali, dedicandosi contemporaneamente a ricerche fisico-biologiche e alla traduzione delle principali opere di Lavoisier, Van Mons, Guytre de Morveau. Partecipò, quale democratico convinto, alla rivoluzione veneziana del 1797 entrando anche a far parte del Consiglio comunale rivoluzionario. In seguito al Trattato di Campoformio si vide costretto a rifugiarsi in Francia, dopo aver trascorso qualche tempo nella Repubblica Cisalpina. Poté rientrare in patria nel 1809 e venne nominato conte e senatore; fu anche provveditore generale in Dalmazia dove si adoperò per sostenere l'italianità di quella regione. Nel 1813 venne mandato nelle Marche a sedare alcuni movimenti insurrezionali. Dopo la caduta di Napoleone si ritirò a vita privata e compì studi sull'allevamento razionale dei bovini e del baco da seta. La sua opera principale è Fondamenti della scienza fisico-chimica (1795), nella quale diffuse le teorie di Lavoisier (Venezia 1758 - Varese 1819).