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Dàndolo, Enrico.

Doge di Venezia. Appartenente a una potente famiglia patrizia, fu dapprima ambasciatore della Repubblica Veneziana presso il re di Sicilia Guglielmo II, passando in seguito a Bisanzio dove ricoprì la carica di ambasciatore alla corte dell'imperatore Manuele Comneno. Rientrato a Venezia, nel 1192, venne eletto doge e fu il primo a riconoscere alcuni limiti alla carica (Promissione ducale, 21 giugno 1192). Durante il suo dogato D. sconfisse due volte i Pisani sull'Adriatico, liberando Pola (1195) e infrangendo il blocco da questi stabilito nel Canale d'Otranto con Enrico VI di Sicilia. Nel 1202 fornì alla spedizione della IV crociata una flotta di 50 galee in cambio di un vantaggioso noleggio. Non potendo, tuttavia, i principi cristiani pagare il nolo pattuito, D. ottenne come risarcimento l'aiuto per riconquistare Zara, ribellatasi nel frattempo a Venezia. Mentre le truppe svernavano a Zara, a D. si presentò il figlio dell'imperatore di Costantinopoli, Isacco II Angelo, detronizzato dal fratello, per chiedere aiuto a Venezia e ai crociati. D. organizzò la spedizione riuscendo a insediare sul trono Isacco e il figlio e conquistando parte di Costantinopoli. Quando i crociati pretesero di imporre come pattuito l'unione tra la Chiesa greca e quella latina, la città si ribellò e D. si risolse ad attaccarla nuovamente nel 1204, facendola capitolare al secondo assalto. Nacque così l'Impero latino d'Oriente di cui D. sarebbe stato eletto imperatore se non avesse rifiutato a favore di Balduino di Francia. Per Venezia il doge ottenne numerosi territori prima possesso dei Bizantini: l'Epiro, l'Acarnania, l'Etolia con Durazzo, Gianina e Arta, le isole Ionie, la Morea meridionale, Negroponte, Egina, Salamina, le Cicladi e le Sporadi, Gallipoli e tre ottavi di Costantinopoli. Venezia acquistò inoltre Candia (Creta) da Bonifacio di Monferrato (12 agosto 1204) e D. assunse il titolo di signore di una quarta parte e mezzo dell'Impero romano (Venezia 1108 circa - Costantinopoli 1205).