Pseudonimo di
Robert Allen Zimmerman. Cantautore americano. Trasferitosi
da bambino con la sua famiglia nel piccolo centro minerario di Hibbing, in Minnesota,
imparò a suonare il pianoforte e fondò il suo primo gruppo rock, i Golden Chords. Nel
1960 si stabilì a New York, dove conobbe il suo idolo Woody Guthrie di cui sarebbe
diventato l'erede, si inserì in una cerchia di cantanti folk e iniziò a
esibirsi nei locali del Greenwich Village, facendosi apprezzare per la
sua voce aspra e tagliente. Nel 1962 incise il suo primo LP dal titolo
Bob Dylan (1962), che passò quasi inosservato, a differenza del suo
secondo album,
The Freewheelin' Bob Dylan (1963), che spopolò con la pietra
miliare
Blowin' in the wind, inno di pace per antonomasia, che lanciò
D. nell'olimpo dei folk singer. Eletto "re del folk", scrisse e interpretò
canzoni di protesta, contro la guerra e le ingiustizie sociali, accompagnandole con
la chitarra e l'armonica. Con l'album
Another side of Bob Dylan (1964) il
"menestrello" americano si fece più introspettivo e parlò, oltre che di impegno sociale,
dell'aspetto interiore dell'uomo. Il contatto con i poeti della
beat generation,
come Ginsberg e Ferlinghetti, si tradusse in una maturazione artistica, evidente
nei successivi album
Bringing it all back home (1965), felice fusione di ritmi
rock'n'roll e testi impegnati nello stile del folk;
Highway '61 revisited
(1965), contenente brani memorabili come
Like a rolling stone e
Desolation
row (tradotta e cantata, con il titolo di
Via della povertà, da Fabrizio
De André); il doppio
Blonde on blonde (1966), comprendente i celebri
Just
like a woman e
I want you. Giunto all'apice della popolarità, nel 1968
pubblicò
John Wesley Harding, un disco di canzoni-parabola, con molti riferimenti
alla Bibbia, e
Nashville Skyline, disco country per eccellenza. Abbandonati
per sempre i panni dell'eroe con i capelli lunghi e spettinati, dai primi anni Settanta
iniziò a "imborghesirsi": frutto di questo cambiamento furono gli LP
Self portrait
(1970) e
New morning (1970). Nel 1971 compose la colonna sonora per il film
Pat Garrett & Billy the Kid di Sam Peckinpah (con la struggente
Knocking
on heaven's door), in cui recitò. Pubblicò quindi:
Planet waves
(1974),
Blood on the tracks (1975) e
Desire (1976), che
ottennero grandissimo successo. Poco dopo il divorzio dalla prima moglie Sarah,
cercò nella religione un "riparo" alla sua angoscia interiore e,
da ebreo che era, nel 1978 si convertì al Cristianesimo. Nel triennio
1979-81
D. cantò quasi esclusivamente Cristo e la salvezza divina (
Slow
train coming, 1979;
Saved, 1980;
Shot of love, 1981), ma con
l'album
Infidels (1983) tornò alla religione ebraica. Si alternarono poi anni
bui (
Real live, 1984;
Empire burlesque, 1985;
Knocked out loaded,
1986;
Down in the groove, 1988;
Under the red sky, 1990) a momenti più
felici (
Oh Mercy, 1989;
Time out mind, 1997, che si aggiudicò tre Grammy
e diventò disco di platino;
Love and theft, 2001;
Modern times, 2006).
Guarito da una grave malattia cardiaca, negli anni Novanta intraprese, in giro per
il mondo, il Neverending tour, il "tour senza fine". Questo continuo peregrinare sui
palcoscenici non gli impedì di collaborare con i colleghi dei Traveling Wilburys
(Jeff Lynn, Roy Orbison, George Harrison e Tom Petty), nonché con Eric Clapton e
Neil Young (n. Duluth, Minnesota 1941).