Prelato francese, vescovo di Orléans. Consacrato sacerdote nel 1825, si
dedicò all'insegnamento e nel 1837 divenne rettore del Piccolo seminario
di Saint-Nicolas du Chardonnet. Nel 1841 fu chiamato a ricoprire la cattedra di
Sacra eloquenza alla Sorbona. Vicario dell'arcivescovo di Parigi nel 1845,
quattro anni dopo fu nominato vescovo di Orléans e fu incaricato di
collaborare al progetto Falloux sulla libertà d'insegnamento. Con Falloux
e Montalembert definì l'indirizzo politico-religioso del liberalismo
cattolico francese. Dopo la pubblicazione, nel dicembre 1864, dell'enciclica
Quanta Cura di Pio IX e del
Sillabo (elenco degli errori del
secolo e condanna del Liberalismo e della civiltà moderna),
pubblicò un
pamphlet intitolato:
La conversione del 15
settembre e l'enciclica dell'8 dicembre, in cui, accettando la distinzione
tra
tesi e
ipotesi, osservava che il documento papale enunciava la
tesi, cioè principi assoluti che dovrebbero governare una vera
società cristiana, ma che questo non escludeva il pratico riconoscimento
e anche l'accettazione, da parte del Papato, dell'ipotesi, cioè del
compromesso reso necessario dall'epoca presente. Così, pur non potendo
Roma approvare la tolleranza religiosa e la libertà di coscienza come
ideali universali e diritti assoluti, essa poteva tuttavia consentire che si
pervenisse a un
modus vivendi con quegli Stati che avevano inserito i
principi liberali nelle loro costituzioni. Inoltre, il papato poteva accettare
ciò che vi era di buono nella cultura moderna, respingendo ciò che
vi era di cattivo. Lo scritto di
D. trovò il consenso dei
cattolici liberali e di molti vescovi. Come la maggior parte dei cattolici
liberali francesi
D. si dichiarò favorevole alla convocazione di
un concilio ecumenico, fiducioso che esso si sarebbe pronunciato in favore della
sua interpretazione limitativa del
Sillabo e avrebbe attenuato
l'assolutismo papale. Prima di lasciare la Francia per Roma affermò
pubblicamente che avrebbe comunque aderito a qualsiasi decisione l'assemblea
conciliare avesse adottato e che si sarebbe sottomesso ad essa. Così fece
e, dopo essersi opposto tenacemente alla proclamazione del dogma
dell'infallibilità pontificia, si rimise alle decisioni del Concilio
Vaticano. Nel 1876 entrò a far parte del Senato francese, continuando a
condurre sino alla morte la sua battaglia contro il laicismo da un lato e contro
l'integralismo cattolico dall'altro. Tra le sue opere ricordiamo:
Sull'educazione in generale (3 voll. 1850 - 63);
L'altra educazione
intellettuale (1857) (Saint-Félix, presso Chambéry 1802 -
Lacombe, Savoia 1878).