Duda.
Duda. Musica - Strumento musicale di origine slava; è una specie di piffero a una o a due canne. - Danza popolare vorticosa, comune in Siberia. Qualsiasi oggetto che consente l'esecuzione di un determinato lavoro; arnese: s. di lavoro. ║ Fig. - Circostanza, persona o cosa per mezzo di cui è possibile raggiungere uno scopo: le rivendicazioni delle masse vengono spesso utilizzate dai gruppi politici come s. per perseguire i loro obiettivi. • Dir. - Atto giuridico pubblico formalizzato dal notaio sulla base dei canoni disposti dall'uso. In epoca medioevale veniva prima redatta un'imbreviatura che doveva essere stesa dal notaio (per questo aveva forma oggettiva) e poi confermata dalle parti. Ciascun notaio era solito apporre accanto alla firma un simbolo personale che lo contraddistingueva (segno del tabellionato) e che poi ha ceduto il posto al moderno timbro a inchiostro. • Eccl. - S. di pace: V. PACE. • Mus. - V. MUSICALI, STRUMENTI. • Fis. - Congegno, dispositivo, apparecchio atto alle misurazioni di grandezze fisiche e all'osservazione di determinati fenomeni. ║ S. di misurazione: destinati a misurare varie grandezze (lunghezze d'onda, profondità, pressione), vengono classificati a seconda del tipo e delle caratteristiche dell'oggetto in questione. Ogni indagine di misurazione porta necessariamente a un confronto tra l'elemento preso in considerazione e dei parametri di riferimento standardizzati; si possono così avere s. a lettura diretta (bilance, potenziometri) e s. tarati. In base alla visualizzazione dei dati rilevati, gli s. di misurazione si dividono in analogici o indicatori (un indicatore scorre lungo una scala graduata) e digitali o numerici (un numero compare su un display aumentando o diminuendo a seconda delle variazioni). Campo di misurazione, sensibilità, precisione, finezza, prontezza, tempo di risposta sono le proprietà metrologiche che caratterizzano ogni s. di misurazione. Tali caratteristiche sono riscontrabili su misure molto elevate negli s. di laboratorio che vengono utilizzati per tarare altri s., fungendo così da s. campione con un altissimo grado di precisione. Lo stesso dicasi per tutti gli s. analizzatori o misuratori universali. Un'ulteriore classificazione può essere fatta in base al principio fisico su cui si basano i vari s., facendo però un'opportuna distinzione tra la grandezza da misurare (che può essere di natura elettrica, termica) e il tipo di decodifica operata dal sensore (che può trasformare una grandezza acustica o di altra natura, in segnale elettrico). Si hanno così s. meccanici, elettroacustici, ottici, elettrici. ║ S. meccanici: misurano grandezze di tipo meccanico (tachimetro, calibri, goniometri). ║ S. elettroacustici: misurano frequenza e ampiezza delle onde sonore tramite una conversione in grandezze elettriche (l'impedenzimetro, il microfono). ║ S. ottici: dispositivi semplici (lente, prisma, specchio) o composti (cannocchiale, telescopio) che, a scopo di misurazione, osservazione, correzione, riproduzione, deviano i fasci luminosi provenienti da una sorgente per mezzo dei fenomeni di rifrazione e di riflessione. ║ S. elettrici: misurano grandezze elettriche o di altro tipo le cui caratteristiche fisiche vengono però convertite in segnali elettrici. Questi s. trovano vaste applicazioni per la semplicità del funzionamento e per la precisione e la velocità di rilevazione dei dati. • Mar. e Aer. - S. di bordo: nella navigazione marittima e aerea dispositivi necessari e/o d'ausilio alla navigazione stessa come la bussola, gli scandagli, il radar, il pilota automatico, il flussometro, il tachimetro, il manometro. Gli s. di bordo si suddividono in s. di navigazione, di pilotaggio, di controllo. Elementi principali delle maggiori parti degli s. di bordo sono il sensore e l'indicatore. Il primo è congegnato in modo tale da rilevare solo una specifica caratteristica o grandezza (temperatura, forza, distanza) e, sull'aereo, si trova sul posto più idoneo a rilevare tale grandezza; l'indicatore, tramite una decodifica del segnale in entrata, è in grado di fornire le informazioni per mezzo di un segnale elettrico. I progressi elettronici e tecnologici hanno dato vita al sistema HUD, grazie al quale le informazioni raccolte dagli s. di bordo si trovano sul cruscotto dinanzi agli occhi del pilota che può così intervenire modificando l'andamento della navigazione in base alle necessità del momento. • Patol. - Malattie da s. vibranti: patologie generate dall'uso costante di oggetti quali martello pneumatico, macchine ribattitrici che, con le forti vibrazioni, compromettono l'equilibrio dell'organismo. Tra le più diffuse citiamo atrofie muscolari (soprattutto arti superiori), disturbi nervosi, vascolari e alle articolazioni. Relativo alla musica, sia come creazione artistica, sia come esecuzione. Il principio, la prima apparizione o manifestazione di una cosa, e anche il modo in cui essa si è formata: l'o. della vita. ║ Fig. - In o.: da principio, al primo manifestarsi della cosa. ║ La realtà, il fatto da cui una cosa deriva, direttamente o per trasformazione: l'o. di un'usanza, di una parola. ║ Causa: l'o. della malattia. ║ Processo di formazione di una cosa: terreno di o. alluvionale. ║ Riferito a una persona, famiglia o gruppo etnico: di o. nobile. ║ Riferito a persona indica il paese natale, il luogo di provenienza suo e della sua famiglia; riferito a un popolo, a una pianta, a un animale intende, invece, il luogo da cui proviene e da cui si è mosso per trasferirsi altrove. ║ Riferito a cosa o merce, il luogo in cui è stata prodotta o da cui proviene. ║ Sorgente di un corso d'acqua, fonte. ● Arald. - Arme d'o.: l'arme di una famiglia inquartata nell'insegna di un'altra famiglia discendente dalla prima (per esempio, l'arme di Sassonia in quella dei duchi di Savoia), e anche l'arme nella quale una figura o uno smalto richiamano il luogo da cui è originaria la famiglia. ● Dir. comm. - Certificato d'o.: documento rilasciato da un'autorità pubblica per attestare la provenienza di una merce. ║ Denominazione d'o. controllata (spesso nella sigla D.O.C.): denominazione di un prodotto agricolo, in particolare di un vino, riservata alla produzione di una regione o località, determinata dal possesso di caratteristiche di composizione e organolettiche richieste dalla legge e controllate da appositi organi. ● Gramm. - Complemento d'o. o di provenienza: il complemento che indica la discendenza, la provenienza di una persona o cosa, solitamente introdotto dalle preposizioni di e da. ● Mat. - Nella geometria elementare, o. di una semiretta: l'unico punto della semiretta stessa che appartiene anche a quella opposta sulla stessa retta. ║ O. di un riferimento cartesiano: il punto comune alle semirette positive degli assi cartesiani. ║ O. di un vettore, di un segmento orientato: nell'orientamento fissato, il primo dei due estremi di un segmento (l'altro estremo si dice libero). ║ O. d'integrazione: l'estremo inferiore comune a più integrali definiti. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Degli Slavi; relativo alla popolazione e ai Paesi s. • Ling. - Lingue s.: gruppo di lingue indoeuropee, generalmente diviso in tre grandi gruppi: s. orientale, con il russo, l'ucraino (o piccolo russo, o ruteno) e il russo bianco (o bielorusso); s. occidentale, con il polacco, il casciubo, il sorabo, il ceco, lo slovacco e l'estinto polabico; s. meridionale, con il bulgaro, il serbo-croato e lo sloveno. La più antica lingua letteraria s. è il paleoslavo, sulla cui base si sono sviluppate le lingue della letteratura ecclesiastica orientali e meridionali; le moderne lingue letterarie occidentali sono invece legate, nel loro sviluppo, a influssi germanici e romanzi. L'alfabeto usato dalle lingue s. è quello cirillico per il gruppo orientale e meridionale (tranne il croato e lo sloveno) e quello latino con alcuni segni diacritici per il gruppo occidentale, il croato e lo sloveno. Insieme omogeneo di individui costituito concettualmente ai fini di una classificazione o di una distinzione: le s. animali. ║ Per estens. - Qualità, condizione, modo di essere: i contratti possono essere di varie s. ║ Di cosa che ricorda nella qualità un'altra cosa analoga: provava una s. di vertigine. ║ Sotto la s. di: sotto l'apparenza (presentarsi sotto la s. di un mendicante). ║ In s.: specialmente (amo l'arte, in s. quella antica). ║ Cosa rilevante che suscita meraviglia o ribrezzo: la vista del sangue mi fa s. ║ In tono spesso dispregiativo o polemico, termine utilizzato per indicare persone o comportamenti che spiccano per qualche aspetto negativo: un locale frequentato da gente d'ogni s. • Teol. - Espressione con cui nella dottrina cristiana cattolica vengono indicati l'aspetto e le qualità del pane e del vino che sussistono anche quando, durante la consacrazione, avviene il loro cambiamento nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo: s. eucaristiche. • Chim. - Entità chimica, sia essa atomo, radicale, ione o molecola, dotata di caratteristiche particolari che la distinguono dalle altre. Più in particolare, ognuna delle forme chimiche nelle quali un elemento si può presentare in un determinato ambiente. • Fis. - Grandezze della stessa s.: grandezze omogenee, della stessa natura ovvero grandezze fisiche, quali per esempio massa, carica elettrica, lunghezza, ecc., fra loro confrontabili. • Mat. - Termine che indica i diversi gruppi di una determinata classificazione o anche un particolare carattere numerico di un ente; per esempio, con la locuzione involuzioni di s. h si intende che a un punto generico corrisponde, nell'involuzione presa in considerazione, una varietà di dimensione h. Il termine assume di volta in volta un significato specifico diverso. • Farm. - Termine indicante la forma, il modo con il quale si presenta una sostanza: s. farmaceutiche. ║ Miscuglio di parti di vegetali frammentate o polverizzate, utilizzate per preparare infusi, decotti o estratti, aventi effetti diversi sull'organismo: s. diuretiche. • Biol. - In zoologia e in botanica, categoria sistematica intermedia tra genere e sottospecie comprendente individui tra loro fecondi (con la sola eccezione delle s. singamiche). Alla s. è assegnato il secondo termine, scritto minuscolo, della nomenclatura binominale introdotta da Linneo verso la metà del XVIII sec. In base a questa classificazione binominale, tuttora in uso e applicata sia al regno animale sia a quello vegetale, ogni s. viene indicata con due nomi latini o latinizzati dei quali il primo, scritto in maiuscolo, rappresenta il genere e il secondo, scritto minuscolo, la s. Il concetto di s. nasce dall'esigenza pratica dell'uomo di dare un nome a ciascun organismo vivente in modo da distinguerlo chiaramente e univocamente dagli altri. Nei secoli, tale concetto è andato modificandosi notevolmente, di pari passo col progresso delle conoscenze. ║ Concetto tipologico di s.: definisce la s. come l'insieme degli individui riconducibili a un modello morfologico (struttura, colore, dimensione) nettamente definito, fondato sulle caratteristiche desunte da un individuo che è servito alla istituzione della s. ║ Concetto morfologico di s.: modello morfologico non più fondato su un solo individuo ma sugli individui di una o più popolazioni che servono tutti alla definizione della s. ║ Concetto biologico di s.: definisce le s. come “entità storiche” suscettibili di continui cambiamenti nel tempo. Dal 1940 questo concetto è stato modificato considerando la s. come “una comunità riproduttiva di popolazioni, riproduttivamente isolata dalle altre, che occupa in natura una nicchia specifica”. ║ Concetto di s. evolutiva: considera la s. come “una singola linea evolutiva di popolazioni derivanti da uno stesso antenato, che rimangono distinte da altre linee simili e che possiedono una tendenza evolutiva e un destino storico propri”. ║ Concetto filogenetico di s.: definisce la s. come “un insieme indivisibile di organismi che comprende tutti i discendenti da un fenomeno di cladogenesi e che è diagnosticamente distinguibile da altri gruppi”. È ormai noto che il meccanismo principale della formazione di una s. è l'isolamento riproduttivo, provocato da svariati meccanismi (barriere), che alla lunga porta all'isolamento genetico della s. e quindi alla sua incompatibilità riproduttiva con s. anche affini (V. SPECIAZIONE). Geneticamente, la s. può essere definita quindi come l'insieme degli individui dotati di genotipi identici o affini, che si riproducono esclusivamente all'interno della s. stessa. ║ S. sistematica: s. comprendente diverse sottospecie, ovvero popolazioni o gruppi di popolazioni fra loro distinguibili per diversi caratteri. Talvolta le sottospecie appartenenti a una s. sistematica presentano scarsa o nulla capacità di incrocio reciproco. ║ S. monotipica: s. omogenea all'interno della quale non sono individuabili categorie sistematiche gerarchicamente inferiori, come razze o varietà, o sottospecie. ║ S. politipica: s. eterogenea all'interno della quale sono riconoscibili diverse categorie sistematiche inferiori come sottospecie, razze o varietà; sono solitamente tali le s. che vivono su ampie zone geografiche. ║ S. allopatrica: s. politipica suddivisibile in razze geograficamente ripartite, ciascuna delle quali occupa un areale ben definito ed è spazialmente isolata dalle altre. ║ S. simpatrica: s. occupante un'area geografica più o meno sovrapposta a quella di altre s. ║ S. relitta: s. vegetale o animale la cui morfologia è rimasta essenzialmente invariata nelle ere geologiche. ║ S. estinta: s. ormai scomparsa in epoche passate a causa della sua incapacità di adattarsi alle modificazioni ambientali, oppure perché oggetto di un'accanita caccia da parte dell'uomo. ║ S. incipiente o semispecie: popolazione con caratteri troppo diversi da quelli degli individui della stessa s. da poter essere considerata soltanto una varietà a sé stante, ma non così peculiari da poter essere considerata una s. distinta. ║ S. dominante: s. che occupa gran parte dell'area di un determinato habitat. • Filos. - I significati che il termine s. ha assunto nella storia della filosofia possono essere ridotti a tre: ontologico, logico e gnoseologico. In senso ontologico, s. significa forma, modello, e rimanda a una realtà trascendente il mondo empirico (in questo senso, ad esempio, vanno intese le idee platoniche). In senso logico, la s. è, invece, quel raggruppamento di enti che hanno in comune alcuni caratteri (detti differenza specifica) in virtù dei quali essi si distinguono da altri enti che tali caratteri non hanno (ad esempio, il possesso di uno scheletro è ciò che differenzia la s. dei vertebrati dalla s. degli invertebrati). Le varie s. possono essere parte di un raggruppamento più ampio detto genere (V.) (nell'esempio di prima, quello di animali), che a sua volta può essere s. rispetto a un raggruppamento ancor più ampio (esseri viventi, nel quale rientrano gli animali, ma anche le piante); allo stesso modo, le s. possono esere suddivise in raggruppamenti meno estesi (ad esempio, all'interno della s. vertebrati, uomo, cane, ecc.), fino a giungere a un raggruppamento (detto s. infima) che comprende individui distinguibili solo numericamente (ad esempio, Aristotele). In senso gnoseologico, infine, col termine s. si fa riferimento a quelle immagini (in latino species) che, secondo alcuni filosofi, si staccano dalle cose e arrivano ai nostri organi di senso, fornendoci in questo modo la conoscenza empirica di esse; la tesi circa l'esistenza di s. in questa accezione è in verità rigettata dalla filosofia contemporanea alla luce dei suoi controversi presupposti teoretici (una metafisica dualistica, un approccio rigidamente realista ai problemi della conoscenza, ecc.). Serie di passi e di movimenti del corpo accompagnati da musica. Praticata fin dall'antichità, la d. assunse presso molti popoli significato di azione cultuale celebrativa o propiziatoria, oppure magica. In origine il ritmo veniva scandito battendo le mani, oppure per mezzo di rudimentali strumenti a percussione o del canto; in seguito si utilizzarono il flauto e la cetra. Elementi importantissimi erano anche l'acconciatura, le maschere, i colori con cui si dipingevano il corpo e il viso. La prima civiltà nella quale la d. ebbe un ruolo fondamentale fu quella indiana; il suo valore rituale presso Egizi ed Ebrei è poi documentato da parecchie testimonianze. Nell'antica Grecia la d. divenne un'arte strettamente connessa alla poesia, alla musica e, in forme particolari create appositamente, al teatro. Dai Greci e dagli Etruschi, oltre che dalle tradizioni locali, trassero ispirazione i Romani per gli spettacoli figurativi e il mimo, caratterizzati da un realismo che, all'epoca dell'Impero bizantino, si accentuò fino ad assumere aspetti violenti. Durante il Medioevo la d. venne completamente abbandonata, fatta eccezione per le classi meno elevate, perché ritenuta immorale; venne ripresa nel Rinascimento, in forme popolari (gagliarda, saltarello) e presso le corti aristocratiche (pavana, sarabanda); si trattava ormai di un'arte autonoma, non più legata a rituali religiosi o magici. Nel Seicento maestri francesi come Beauchamp, Pécourt, Blondy svilupparono la tendenza all'elevazione - poi teorizzata da Noverre e Blasis - che nel secolo successivo spinse i danzatori a gareggiare in virtuosismi e a delineare gli elementi di base dei passi fondamentali. Il Settecento fu inoltre il periodo in cui alcune d., come la gagliarda, la pavana, la sarabanda e la giga, divennero forme strumentali pure e altre, come il minuetto, il valzer e le allemande popolari ebbero grande diffusione. Nel 1818 fecero la loro comparsa le scarpette da punta. Carlo Blasis definì poi le regole della d. classica, a partire dalle quali vennero istruiti tutti i ballerini. L'Ottocento registrò anche la nascita delle d. nazionali (polka, mazurka, bolero, tarantella, quadriglia, fandango, csárdás). ║ D. classica: V. BALLETTO. ║ D. di carattere: genere di d. ispirata al folclore esotico. ║ D. di sala: si esegue durante feste e ricevimenti o nei locali notturni. ║ D. moderna: genere di d. che non segue le regole classiche codificate. Cominciò ad affermarsi agli inizi del Novecento, con la d. libera di Isadora Duncan, cui fecero seguito, in Germania, le ricerche che, anche sulla base delle nuove conoscenze della fisiologia, resero più vasta la serie dei movimenti e dei passi eseguibili. Diffusasi negli Stati Uniti, la nuova scuola trovò ulteriori sviluppi nella modern dance, con Martha Graham e i suoi allievi e, in Europa, con Maurice Béjart, Jack Carter, Peter Darrel. Dal 1975, grazie a danzatori come Trisha Brown, Lucinda Child, Douglas Dunn si affermò la post-modern dance, legata alla musica elettronica o rock e non narrativa. Connesse a spettacoli teatrali, cinematografici o televisivi sono poi la d. teatrale, quella del musical, del Tanztheater di Pina Baush; esse influirono anche sullo sviluppo della rock-dance e della break-dance, tipicamente giovanili. ║ D. nobile: genere di d. classica che presenta variazioni senza però diventare di carattere. ● Spett. - D. sulla corda: serie di passi e volteggi eseguiti su una corda tesa a un'altezza dal suolo poco elevata per i ballerini propriamente detti, maggiore per i funamboli. Nata in Cina e di qui diffusasi in Medio Oriente, quest'arte acrobatica venne introdotta in Italia e Francia dai Romani, che l'apprezzarono molto. Ancora oggi esistono molte compagnie che danno spettacoli di questo genere. ● Sport - D. su ghiaccio: nel pattinaggio artistico su ghiaccio, gara a tempo di musica per coppie miste. La competizione comprende quattro d. obbligatorie e una libera; al termine di ogni prova la giuria assegna un punteggio in base alla precisione dei passi e dello stile, al rispetto del tempo musicale, all'esecuzione. Fa parte del programma olimpico. ║ Aprire le d.: dare inizio al ballo durante una festa. ║ Menare le d.: guidare i ballerini ordinando loro quali figure tipiche eseguire in alcuni balli particolari.
(dal latino popularis, der. di populus: popolo). Proprio del popolo, relativo ad esso in quanto collettività dei cittadini, a prescindere dalla classe sociale. ║ Per estens. - Democratico. ║ Democrazia p.: definizione che identifica le forme istituzionali di "socialismo reale" assunte, dopo la seconda guerra mondiale, da vari Paesi dell'Europa orientale e dell'Asia, sul modello sovietico. ║ Proprio del popolo, considerato in quanto insieme delle classi sociali meno abbienti e quindi caratterizzate da una situazione svantaggiata tanto economicamente quanto culturalmente: ceti p., lotte p., quartieri p., ecc. Anche, ciò che è vantaggioso per il popolo: politica p., legge p., ecc. ║ Edilizia p.: V. EDILIZIA. ║ Credito p.: credito concesso dagli istituti bancari, a determinate condizioni, destinato a particolari categorie di piccoli imprenditori che richiedano prestiti modesti a sostegno delle proprie attività di tipo artigianale o commerciale. ║ Riferito a ciò che, originato e diffuso in ambienti p., si è mantenuto e sviluppato in coerenza ai suoi caratteri originari, in alternativa o in contrapposizione a forme contigue di cultura dotta: arte p., musica p., ecc. ║ Ciò che è particolarmente noto, apprezzato o diffuso tra il popolo: medicina p., leggenda p. ║ Ciò che è benvisto e benvoluto dal popolo: quell'attore è molto p. ║ Ciò che è diffuso tra le classi meno colte per le sue qualità di semplicità e accessibilità: romanzo p.; letteratura p. ║ I p.: con riferimento alle istituzioni medioevali di età comunale, gli appartenenti alle formazioni politico-sociali di estrazione p. e finalizzate a salvaguardare o ad imporre gli interessi del popolo. ║ Posti p. o semplicemente p.: negli stadi e in altri luoghi di pubblico spettacolo, gli ordini di posti a prezzo più basso. • Dir. - Azione p.: in base all'art. 7 della L. 8-6-1990, n. 142 sull'ordinamento delle autonomie locali, ogni elettore ha la facoltà di intentare, di fronte alle giurisdizioni amministrative, ricorsi e azioni spettanti al Comune di residenza. Nel caso di esercizio dell'azione p. da parte di un cittadino, il giudice amministrativo ordina l'integrazione del contraddittorio nei confronti del Comune. Se soccombente, le spese giudiziarie sono a carico del soggetto che ha proposto il ricorso o l'azione. In precedenza la materia era regolata dall'art. 225 del R.D. 4-2-1915, n. 148, che consentiva al cittadino, a proprio "rischio e pericolo" (sic), di adire al giudice amministrativo nell'interesse di pubbliche istituzioni inerti. • Econ. - Azionariato p.: promozione della proprietà azionaria di un ente o azienda presso un pubblico di risparmiatori che sia il più vasto possibile. Tale forma di azionariato ha i suoi presupposti in due complementari convenienze: da parte delle società, di accrescere la quota di capitale di rischio e ridurre il ricorso all'indebitamento; da parte dei risparmiatori, di investire ricchezza in valori reali al riparo dall'inflazione. Tuttavia, l'azionariato p., se si escludono gli Stati Uniti, non ha avuto molto successo tra i piccoli e medi risparmiatori, a causa sia della modesta entità delle cifre disponibili all'investimento da parte dei singoli, sia della complessità dei comportamenti da seguire nei mercati finanziari, sia della scarsa trasparenza e informazione sulla gestione delle imprese. In Italia, almeno fino alla metà degli anni Novanta del XX sec., il grande pubblico ha trascurato queste forme di investimento, a vantaggio di altre che assicuravano, a fronte di rendimenti forse minori, stabilità e sicurezza maggiori. L'azionariato p. ha però avuto una certa diffusione in seguito alla privatizzazione di numerose aziende pubbliche ed istituti bancari. • Ling. - Lingua p.: lingua d'uso comune e quotidiano, intesa come contrapposta ai linguaggi dotti o tecnici. ║ Italiano p.: locuzione con la quale i linguisti, durante gli anni Sessanta del XX sec., hanno indicato il tipo di lingua parlata da persone che, prive di istruzione, e avendo per madrelingua il dialetto, hanno appreso imperfettamente la koiné nazionale, basandosi solo sulla comunicazione orale. • Ord. scol. - Scuola p.: corsi di istruzione, i cui precedenti risalgono a iniziative di enti privati e religiosi durante il XIX sec., istituiti dalla Repubblica Italiana nel 1947 con decreto provvisorio del capo dello Stato, ratificato poi dalla L. 16-4-1953, n. 326. Tale istituzione aveva allora la finalità di combattere, sinergicamente all'introduzione dell'obbligo scolastico per tutti i bambini, l'analfabetismo degli adulti, sia recuperando all'istruzione elementare tutti coloro che, sotto i precedenti regimi, non avevano potuto condurre alcun corso di studi, sia consentendo a quanti li avevano interrotti di completare il ciclo elementare o medio o professionale. La scuola p., gratuita, sia diurna sia serale, funzionò nei locali delle scuole di Stato, o anche all'interno di aziende, fabbriche, carceri, ecc. I corsi ebbero grande sviluppo e successo di frequenza soprattutto tra gli anni Cinquanta e Settanta del XX sec., ma in seguito la loro importanza decrebbe in relazione al contrarsi, per effetto dell'obbligo scolastico, dei fenomeni dell'analfabetismo e del semianalfabetismo. Nell'ambito delle scuole p., si possono legittimamente inserire anche i cosiddetti corsi delle 150 ore, consistenti in cicli di istruzione finalizzati al conseguimento del diploma di scuola media inferiore. Nati a metà degli anni Settanta, su intesa del ministero della Pubblica Istruzione e delle organizzazioni sindacali, intendevano dare attuazione ai permessi di studio retribuiti previsti dai contratti di lavoro collettivi. • Filos. - Filosofia p.: locuzione con la quale, nella Germania della metà del XVIII sec., si indicava la produzione filosofica di un gruppo di autori dell'Illuminismo tedesco (M. Mendelssohn, T. Abbt, J.J. Engel, E. Platner, J.G. Sulzer e altri), la cui opera si caratterizzava per la sua forma e qualità divulgativa. I Popular-philosophen, particolarmente attenti alla ricerca inglese e francese, meno gergale, scolastica e tecnica rispetto alla contemporanea tedesca, svolsero un importante ruolo di rielaborazione culturale. Pur se limitati dalla tendenza all'eclettismo, che non giovò all'approfondimento, ebbero il merito di dare impulso in Germania alla rilettura di Spinoza e dell'opera di Leibniz, interpretata nel suo significato originario, mondata dalle riduzioni della Scuola wolffiana. A loro va ascritto anche il merito di aver posto le basi della successiva esperienza romantica in Germania, con la diffusione di autori inglesi e francesi quali Shaftesbury, Burke, Diderot e Rousseau. • Lett. - Letteratura p.: locuzione, il più delle volte intesa con accezione negativa, impiegata per definire la produzione letteraria moderna creata per le masse p. di scarsa istruzione. Opere così definibili sono infatti dotate di modesti requisiti e ambizioni formali e culturali, ma ottengono un rilevante successo presso il pubblico più vasto; esse vengono assunte nella categoria definita letteratura di consumo o paraletteratura, comprendente i generi del romanzo poliziesco, rosa, il racconto del terrore, pornografico e le contaminazioni reciproche di tali tipologie. La fantascienza, a lungo considerata parte di questa letteratura "minore", è riuscita con successo a emanciparsi da tale giudizio riduttivo e a collocarsi tra i generi letterari veri e propri. Gli antecedenti storici dei filoni della letteratura p. si rintracciano in generi illustri già vitali a partire dal XVIII sec., quali il romanzo di cappa e spada o di avventure, il romanzo sentimentale, il romanzo gotico, ecc. Essi si affermarono nel tempo accentuando caratteristiche proprie, rendendosi però vulnerabili alle necessità della nascente industria editoriale, che attribuiva al libro le caratteristiche e le regole di ogni altra merce (incentivazione della domanda, differenziazione dell'offerta, standardizzazione e serializzazione del prodotto). Tale "desacralizzazione" del libro ebbe l'indubbio merito di ampliare la base p. dei suoi destinatari e di contribuire alla diffusione degli elementi minimali dell'alfabetizzazione, ma portò con sé una tendenza a costringere l'autore, e la figura dell'intellettuale in genere, alle esigenze commerciali delle case editrici. Si pensi, durante il XIX sec., alle regole di scrittura del romanzo d'appendice o feuilleton (V. FEUILLETON e ROMANZO), che obbligavano l'autore a comporre l'opera in modo tale da suscitare nel lettore una continua curiosità, confezionando colpi di scena per ogni puntata. Anche oggi le potenzialità di ogni sottogenere letterario vengono sfruttate al massimo (nel proliferare di apposite collane editoriali) più nell'intento di conquistare una redditizia nicchia di mercato che di produrre e diffondere opere letterariamente dignitose e culturalmente significative o innovative. • Folcl. - La riflessione moderna ha portato a includere nella categoria culturale della tradizione p. composizioni quali canti, fiabe, proverbi, ecc. non sulla base di un giudizio relativo alla loro origine o al loro grado di valore estetico, ma in seguito all'identificazione del contesto (p., appunto) della loro elaborazione formale e sostanziale, e al riconoscimento della semplicità del tono psicologico ed espressivo. I due elementi del giudizio sono pertinenti a due differenti ambiti e metodi di indagine, essendo il primo di natura filologica e attinto mediante indagine storico-comparativa, e il secondo di natura espressiva e raggiunto mediante analisi estetica. Soprattutto il primo di questi ambiti ha posto il problema, a lungo dibattuto, del rapporto tra individuo e collettività nella genesi della poesia e della letteratura p. in genere. Elementi preziosi di riflessione a questo proposito sono stati forniti dalla Scuola tedesca: J. Meier nel 1906, emancipandosi definitivamente dal vagheggiamento, di eredità romantica, del "primitivo", formulò una teoria secondo cui canti p. sarebbero da attribuire a singole personalità poetiche che rielaborarono temi di una già nota poesia colta. Ancora H. Naumann e E. Hoffmann-Krayer proposero due diverse connotazioni del rapporto singolo/collettività, il primo distinguendo una materia colta-individuale da una primitiva-collettiva, il secondo sottolineando il carattere individuale, proprio tanto delle creazioni e innovazioni dei singoli, quanto delle assimilazioni da parte della comunità culturale di riferimento. Lo sviluppo delle teorie linguistiche, dovuto in particolare agli studi di F. de Saussure e H. Schuchardt, ha permesso di meglio sostanziare il concetto di p. anche nel campo delle tradizioni. Fu applicata, infatti, all'ambito della produzione letteraria folcloristica la distinzione saussuriana tra "parola" come momento individuale e "lingua" come momento sociale. Si affermava che, analogamente ai fenomeni linguistici in cui l'innovazione del singolo parlante, se assunta dalla collettività, si integra nel patrimonio della lingua, allo stesso modo le tradizioni p. sono esito di un processo creativo e mai passivo, in cui la collettività assimila o elimina le originali creazioni dei singoli. Sul piano del giudizio estetico, invece, determinante fu l'individuazione della qualità p. ad opera di Croce, che la identificava nella semplicità ed elementarità del tono, a fronte della complessità della poesia colta. A tale definizione psicologica del folclore giunsero indipendentemente anche i tedeschi J. Meier e A. Spamer e l'olandese J.K. Fr. Schrijnen. Secondo un'impostazione marxista, invece, Gramsci volle leggere nel patrimonio folcloristico delle diverse Nazioni la concezione del mondo e della vita delle classi p., in opposizione al patrimonio culturale ufficiale delle classi dominanti. Secondo il filosofo italiano, perciò, le tradizioni p. possono essere comprese solo se viste come riflesso delle condizioni culturali di vita di un popolo in un dato momento, tenendo però conto del fisiologico perpetuarsi di determinate concezioni anche al variare delle condizioni iniziali. Un altro importante metodo, adottato inizialmente dalla ricerca linguistica, fu assunto in seconda battuta anche nell'ambito degli studi sulle tradizioni p. Infatti, una volta appurato che il diffondersi di cantari e composizioni di vario genere riguardava non solo popolazioni omogenee da un punto di vista linguistico, ma anche comunità limitrofe diverse per lingua ed etnia, si rese evidente l'analogia delle cosiddette "correnti di cultura" con i fenomeni della mescolanza linguistica. Mediante la ricerca dei centri di irradiazione e delle aree di diffusione, fu spesso possibile ricostruire l'origine e la cronologia di varie forme d'arte p. e di specifiche composizioni. Superata l'opposizione tra "poesia di natura" e "poesia colta", gli studiosi, trasferite le ricerche sul terreno filologico ed estetico, provarono come tra la cultura p. e quella colta non ci fosse separazione, ma un continuo e reciproco processo di assimilazione ed eliminazione storicamente individuabile. Un esempio di tale flusso tra i due universi culturali di riferimento è dato dalla storia dello strambotto, forma in origine p. e poi assunta in ambito colto tra il XIV e il XV sec. Nel Cinquecento ritornò fra i cantari p., proprio nel momento del suo apice letterario, e rimase a lungo vitale tanto fra i dotti quanto tra il popolo. I medesimi concetti di tono ed elaborazione p. hanno piena validità, come per la poesia, anche per la novellistica. Particolarmente frequentato è lo studio delle fiabe (variamente distinte secondo la materia in novelle, favole, leggende), sentite come il genere forse più genuino e rappresentativo del laboratorio artistico p. La scuola finnica applicò a tale ricerca un criterio contenutistico e un metodo di scuola saussuriana: rintracciando le varie migrazioni dei materiali sia scritti sia orali, questi studiosi (S. Thompson, M. Luthi, F. Ranke) li classificarono secondo le loro varianti d'area, li catalogarono per motivi e tipi e infine, mediante l'induzione delle lezioni originarie, ne ricostruirono gli archetipi. Sortirono da tali indagini repertori e indici di motivi e tipi narrativi redatti su base sia nazionale sia regionale (in Italia ne abbiamo diversi, ad esempio per la Toscana, l'Abruzzo, la Sicilia): la loro utilità è massima nell'individuazione filologica dei rapporti di affinità, somiglianza, dipendenza, derivazione parallela, ecc. di testi relativi a epoche, zone e ambiti culturali differenti. Al criterio di classificazione contenutistico appena descritto, talvolta insufficiente o parziale, si affiancò anche l'indagine strutturalista che, sulla scia delle teorie di Propp e di Lévy-Strauss, si occupò di rilevare le funzioni (cioè il ruolo e il significato delle azioni di coloro che "agiscono" nel racconto) e le relazioni che intercorrono tra esse. Altri orientamenti di ricerca, relativamente ai problemi dell'origine e della classificazione delle tradizioni favolistiche p., furono offerti dalla cosiddetta teoria mitica, sostenuta dai fratelli Grimm, M. Müller, G.A. Cox e A. De Gubernatis, o dalla teoria indianista di T. Benfey, R. Köhler e E. Cosquin, o infine dalla teoria poligenetica, che fu propria della scuola antropologica inglese. ║ Libri p.: la diffusione della stampa determinò, in tutta l'Europa, la pubblicazione di una considerevole quantità di libretti. La maggior parte di queste edizioni era costituita da cantari in ottave, di argomento mitologico, storico, religioso, ecc., stampati dai più rinomati stampatori del Quattrocento e Cinquecento (Bartolomeo de' Libri, Bernardo Zucchetta, Antonio Tubini, Antonio Mazzocchi da Cremona, Caligola de' Bazalieri e Battista Farlengo da Brescia). Durante il XIX sec. si stampavano, su fogli volanti, le rielaborazioni secondo il gusto dell'epoca di antiche tradizioni poetiche; erano per lo più storie d'amore, che i cantastorie recitavano anche nelle piazze e nelle fiere. Queste stampe (pubblicate, tra gli altri, in notevole quantità dalla tipografia Salani di Firenze) sono a tutt'oggi assai ricercate dai collezionisti. • Arte - La qualità p. (individuata nell'ambito di elaborazione e nella semplicità e linearità di realizzazione) può essere riscontrata in tutte le forme dell'espressività umana e dunque (o particolarmente) in quelle figurative. Tuttavia, ciò che distingue l'arte p. da quella illustre o colta è in primo luogo l'elaborazione, dal momento che semplicità ed essenzialità sono altrettanto rilevabili nell'ambito dotto come in quello p. Un oggetto o un'immagine, fossero anche di un autore anonimo, sono sempre il risultato di un'opera individuale che, tuttavia, diventa patrimonio della collettività (per finalità pratiche o spirituali), perché rispondente ai gusti correnti o perché in grado di influenzarli positivamente. Ciò accade in forza del consueto e naturale processo di selezione, assimilazione o eliminazione, già descritto come valido per tutti gli aspetti del folclore e costituito dal contemporaneo e continuo movimento di ascesa e discesa di motivi e soluzioni artistiche tra l'ambito colto e quello p. Ad esempio, la suggestione di forme figurative dotte è riconoscibile in particolari dell'abbigliamento personale, o nelle suppellettili domestiche coeve di numerose culture e lo stesso accade con i semplici monili o con gli amuleti, gli oggetti sacri, ecc. Particolare interesse riveste la multiforme produzione, nel tempo e nei luoghi, di ex voto. Gli elementi stilistici caratteristici di questa forma d'arte si ripropongono ininterrottamente e concorrono al raggiungimento di una grande essenzialità a scopo evocativo e narrativo: tratti lineari e quasi rigidi; soggetti ricorrenti; disposizione ritmica degli elementi della composizione; intensità e nettezza del colore, mai sfumato, ecc. ║ Stampe p.: raffigurazioni con soggetti di argomento amoroso, religioso, cultuale, avventuroso, ecc. Questi tipi di riproduzioni sono sempre stati offerti al godimento delle masse p. mediante realizzazioni su vari supporti e con varia tecnica. L'invenzione della stampa non fece altro che diffondere maggiormente la produzione su supporto cartaceo di questi stessi motivi tradizionali. In Francia e Fiandra si svilupparono, in particolare, serie didattiche e militari, mentre in Belgio furono prodotte xilografie vivacemente colorate di argomento leggendario o agiografico. In Italia i soggetti preferiti delle stampe erano quelli tratti dalle vite dei santi, pubblicate anche dai migliori editori. Lo studio sistematico di questo tipo di produzione riveste notevole interesse in sede storica e folcloristica. Particolarmente ricca, in Italia, la raccolta Bertarelli del Museo civico di Milano. Regione (12.800.000 kmq; 40.000.000 ab.) della Russia, nell'Asia centrale. Confina a Ovest con gli Urali, a Sud col Kazakistan, la Cina, la Mongolia e la Corea del Nord. Si estende longitudinalmente per circa 130°, è bagnata a Est dall'Oceano Pacifico e a Nord dal Mar Glaciale Artico, su cui si protendono le penisole di Jamal, Gydan e Tajmyr. All'estremità orientale si trova la penisola di Ciukci e a Sud di questa la penisola di Camciatka che, compresa tra il Mar di Bering a Est e il Mar di Ochotsk a Ovest, si distende nell'Oceano Pacifico. • Geogr. - Morfologia e idrografia: dal punto di vista morfologico è possibile distinguere due entità ben delimitate, il grande Bassopiano Siberiano Occidentale e l'Altopiano Siberiano Centrale, cui si aggiunge una terza unità morfologica nella quale confluiscono i rilievi - per altro non omogenei per costituzione e composizione - che si allungano verso l'estremo confine orientale. Il Bassopiano Siberiano Occidentale comprende la zona che si estende dai Monti Urali al fiume Jenissei (oltre 1.600 km) e dal confine con il Kazakistan al Mar Glaciale (oltre 1.900 km). Caratterizzato da grandi estensioni pianeggianti movimentate solo in parte dalla presenza di colline che raramente superano i 200 m di altezza, il Bassopiano è formato da sedimenti fluvio-glaciali recenti nei quali affiorano formazioni geologiche marine di Età mesozoica che ricoprono le antiche basi di formazione degli Urali. La regione è attraversata dall'Ob', nato nei Monti Altai con il nome di Katun'. Sul suo corso medio sorge la maggiore città della S., Novosibirsk. Arrivato al Bassopiano il fiume devia bruscamente a Nord-Ovest e arriva alla cittadina di Hanty-Mansijsk, dove riceve le acque dell'Irtyš, suo più grande affluente. Dopo un'ulteriore deviazione verso Nord, l'Ob' sfocia nel golfo al quale dà il nome. Gelato per la maggior parte dell'anno verso l'interno, l'Ob' ha la foce libera dai ghiacci solo durante l'estate. In modo simile si comporta lo Jenissei, altro fiume importante del Bassopiano, posto al suo estremo confine orientale, al di là del quale inizia l'Altopiano Siberiano Centrale. Questo, nella sua parte settentrionale, è composto dalle antiche formazioni del Tajmyr e dei Monti Putorama, mentre al centro è formato da blocchi separati dalle altezze comprese tra i 300 e i 750 m. I fiumi principali di questo settore dell'Altopiano sono l'Angara, il Tunguska Pietrosa e il Tunguska Inferiore, tutti affluenti di destra dello Jenissei. Più a Sud si ergono le formazioni erciniche dei Saiani e le montagne dell'Altai. Verso Sud-Est si incontrano i Monti Iablonovi e Stanovoi, a Nord dei quali scorre la Lena, un fiume che, nato presso la sponda occidentale del Lago Bajkal, si muove a Nord di esso, raccogliendo, tra le altre, le acque dell'Aldan. La parte orientale dell'Altopiano è delimitata da numerosi massicci (di Verchojansk, di Cerskij, dei Ciukci, dei Coriachi) tra i quali trovano posto i corsi, la maggior parte dell'anno gelati, dei fiumi Jana, Indigirka, Kolyma. Verso il Pacifico si trova la cima più elevata della S., quella del vulcano Ključevskaia Sopka (4.750 m), presente in Camciatka, oltre ai Monti dello Džugdžur e del Kolyma (sul Mar di Ochotsk, nel quale sfocia anche l'Amur, l'unico fiume che resta gelato solo pochi mesi l'anno) e a quelli del Sichote-Alin' (sul Mar del Giappone). ║ Clima: il clima siberiano è continentale freddo, con inverni rigidissimi e brevi estati; le temperature medie invernali sono inferiori ai -50 °C, che salgono a -30 °C nella parte meridionale della regione. Durante il periodo estivo le temperature raggiungono i 15-20 °C, così che l'escursione termica annua supera i 60 °C. Nelle estreme regioni orientali e in quelle del corso inferiore dell'Amur le temperature estive possono superare i 20 °C. A un clima estremamente inospitale si aggiunge la scarsezza delle precipitazioni, dovuta alla poca evaporazione estiva del Mar Glaciale Artico, cui si somma la grande lontananza dalle distese oceaniche, aggravata dalla disposizione dei rilievi, che impediscono la penetrazione delle masse di aria umida. Se si escludono i rilievi sul Pacifico, la media annua di precipitazione è di 300 mm, quasi esclusivamente concentrata nel periodo estivo. Le precipitazioni nevose sono quindi limitate, ma lo scioglimento del manto nevoso a giugno contribuisce ad ampliare gli allagamenti dovuti al gelo che ostacola il deflusso dell'acqua dei fiumi verso il Mare Artico. ║ Vegetazione: il paesaggio gelato della tundra (in cui sopravvivono, accanto ai licheni e ai muschi, specie vegetative prive di elementi arborei) domina la zona costiera settentrionale, le aree di montagna e le parti in cui il suolo, detto permafrost, o localmente merzlotà, si presenta permanentemente ghiacciato, mentre tutta la fascia centrale è interessata dalla foresta di conifere e betulle (taiga) che, ove si dirada, lascia il posto a vaste paludi. A Sud si allunga una stretta fascia di steppe e, al confine con la Manciuria, si sviluppa la foresta di latifoglie (betulle, frassini, querce, tigli). ║ Fauna: è piuttosto ricca e annovera, fra i mammiferi, numerosi roditori (castori, scoiattoli) e animali da pelliccia (ermellini, martore, faine e volpi), oltre ai grandi erbivori, tra i quali grande importanza assumono le renne, in quanto cibo base di lupi e tigri, peraltro ormai rare. Ad essi si aggiungono numerosi volatili e una ricca popolazione ittica, in cui prevalgono salmoni e storioni. • Econ. - Se fino agli anni Ottanta del XX sec. l'economia era interamente incentrata sullo sfruttamento della foresta, sulla caccia, sull'allevamento degli animali da pelliccia, sulla pesca e sull'agricoltura, i decenni successivi sono stati caratterizzati da uno sforzo inteso alla distribuzione dei complessi industriali e allo sfruttamento delle risorse locali: carbon fossile, idrocarburi, ferro, stagno, zinco, rame, nichel, bauxite, manganese, oro, diamanti, sali potassici e fosfati. L'autonomia energetica della regione è garantita da centrali termiche e da alcuni bacini idroelettrici posti sui fiumi Ob', Angara e Amur. La produzione industriale spazia dal settore del legno e della cellulosa a quelli metallurgico, siderurgico, meccanico, tessile, chimico, conserviero, alimentare, del cemento. In continua espansione sono anche le reti di oleodotti e di metanodotti. I mezzi di trasporto della regione sono costituiti prevalentemente dalla ferrovia Transiberiana, dalla navigazione fluviale e da quelle sul Mar Glaciale Artico e sul Pacifico, e da una fitta rete stradale. Numerosi sono anche gli aeroporti. • Antropol. - Popolazione odierna: prima della conquista imperiale zarista la popolazione era costituita da gruppi di popoli nomadi, dediti prevalentemente alla raccolta e alla caccia. Durante il XIX sec. il popolamento di tipo europeo venne limitato a quelle aree della S. che fungevano da luogo di deportazione dei condannati ai lavori forzati. Fu comunque grazie a questi scarsi abitanti che si ebbe l'inizio della costruzione della ferrovia Transiberiana che, collegando Mosca a Vladivostok, si rivelò ben presto un forte stimolo per gli insediamenti umani. Dopo la Rivoluzione e specialmente dopo la seconda guerra mondiale, grazie a una politica di valorizzazione delle risorse del territorio, specie quelle minerarie, la densità di popolazione andò gradatamente aumentando, fino a raggiungere i 20 ab./kmq nelle regioni attigue alla ferrovia. La popolazione è attualmente in forte aumento per l'afflusso di emigrati ed è costituita da una maggioranza di Russi di origine europea e da alcuni gruppi etnici di origine asiatica. ║ Popolazione autoctona: l'insieme delle popolazioni indigene siberiane è costituito da 34 etnie che possono essere raggruppate in tre grandi insiemi linguistici: l'uralico, comprendente l'ugro-finnico e il samoiedo; l'altaico, comprendente il turco, il manciù-tunguso e il mongolo; il paleo-artico. Nel complesso tali etnie corrispondono a una piccola parte della popolazione siberiana, venendo a costituire solo il 4,5% degli abitanti, che per la parte restante sono Russi o russificati. Poiché tuttavia l'insediamento russo è penetrato soprattutto nelle zone circostanti i fiumi e la ferrovia, le zone marginali sono rimaste di dominio di queste minoranze che, a seconda delle attività primarie (caccia o allevamento), sono caratterizzate da tradizioni e usi estremamente diversi. A tali differenze di usi corrispondono profonde differenze di tradizioni religiose: mentre presso i popoli cacciatori forte è il legame con le divinità del mondo animale, i popoli di allevatori attribuiscono maggiore importanza ai culti legati al mondo dei morti. • Preist. - La presenza dell'uomo in S. è documentata a partire da circa 30.000 anni fa, con ritrovamenti nella pianura di Bering. Altre tracce, rinvenute ad Afontova Gora, risalgono al 10000 a.C., mentre a partire dal IV millennio si hanno notizie di cacciatori, di pescatori (Irkutz, Issakovo, Kitoj), di allevatori (Enisej) e di agricoltori. La comparsa del rame è databile al II millennio nella regione di Minussink. Intorno all'anno Mille i contatti con altri popoli, specie quelli cinesi, cui avevano portato le varie migrazioni, favorirono infine l'introduzione del ferro e del bronzo. • St. - La popolazione siberiana dell'ultimo millennio prima di Cristo, caratterizzata da ferocia e potenza, costituiva una vera e propria minaccia nei confronti dell'Impero cinese, dell'India e della Persia. Nei secc. V-VI fu punto di partenza delle invasioni degli Unni, ma nei secc. VI-VII la zona degli Altaj si ritrovò a dover subire la dominazione turca, sostituita, nel XIII sec., da quella dell'Orda d'Oro del Gran Khān. Sebbene i primi rapporti di tipo commerciale con la Russia iniziarono già nell'XI sec., fu solo nel 1556 che il principe di S. riconobbe la sovranità dello zar di Mosca (a quel tempo Ivan il Terribile) sulla regione. Solo gli Uzbeki si rifiutarono di sottostare al dominio russo, ma la loro sconfitta alla fine del XVI sec. ne segnò il destino. Vennero fondate importanti città: Tjumen (1686), Tomsk (1604), Kouznetsk (1618), Krasnojarsk (1628), Jakutsk (1632), Irkutsk (1652). Il 6 ottobre 1689 venne stipulato un trattato tra Russia e Cina, il Trattato di Nercinsk, con il quale il confine tra le due Nazioni veniva stabilito lungo il corso dell'Argun. Con Pietro il Grande furono esplorati il Bering e lo Messerschmidt, mentre altre spedizioni vennero organizzate nel XVIII sec. dall'Accademia delle scienze di Pietroburgo. Con i Trattati di Aigun (1858) e di Pechino (1860) fu ulteriormente definita l'area di sovranità russa, comprendente anche i territori posti a Nord dell'Amur e ad Est dell'Ussuri. Il 1860 vide anche la fondazione del porto di Vladivostok. Amministrativamente divisa in province, sottoposte a due Governi centrali nel 1822, nel 1884 la S. passò nelle mani di un viceré. Nel 1891 prese il via la costruzione della ferrovia Transiberiana, che sarebbe stata terminata nel 1904, realizzata anche grazie all'ingente apporto di capitali francesi. Nello stesso periodo la S. assunse il ruolo di luogo di deportazione per prigionieri politici. Nel 1918-19 divenne uno dei maggiori centri del movimento controrivoluzionario ma, a partire dal 1919 e fino al 1922, fu di nuovo sottoposta al controllo del Governo centrale russo che, dal 1928, iniziò a sfruttarla e valorizzarla dal punto di vista economico. La seconda metà degli anni Sessanta rappresentò un ulteriore momento di sviluppo della regione, favorito anche dall'impiego di capitale giapponese, ma durante gli anni Novanta, in rapporto alla grave crisi politico-economica della Russia, l'economia siberiana conobbe un graduale rallentamento. Paesaggio degli Altai nella regione di Gorno Altajsk (Siberia) Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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