Letterato italiano. Subì a Firenze un processo da parte dell'Inquisizione
per motivi a noi sconosciuti e, condannato alla detenzione perpetua, ottenne la
liberazione per mezzo di Paolo Giovio, che gli era amico, così come
furono a lui familiari Aretino, Berni, Doni. Pubblicò opere di
compilazione, tradusse Plutarco e Polibio. Poco valore hanno una sua commedia,
Le due cortigiane, ed una tragedia
Progne (Piacenza 1515 - Pisa
1564).