Opera di Galileo Galilei, pubblicata nel 1632.
È costituita da quattro dialoghi in cui figurano come interlocutori il
fiorentino Salviati e il veneziano Sagredo, amici dell'autore e qui suoi
portavoce, in opposizione a Simplicio, che è invece figura paradigmatica
dello scienziato aristotelico. Nell'opera vengono affrontate molte questioni
riguardanti le scoperte fisiche e astronomiche di Galileo stesso o di altri
scienziati, come Copernico e Keplero. Tuttavia l'obiettivo del
D. era
quello di dimostrare la fondatezza del modello copernicano in opposizione a
quello tolemaico. Considerato un capolavoro in quanto efficace esempio di
divulgazione scientifica, il
D. è anche un magnifico esempio di
prosa volgare secentesca, limpida e coerente, assai lontana dai manierismi
barocchi. In seguito alla pubblicazione del
D., Galileo subì un
processo da parte dell'Inquisizione al termine del quale fu costretto ad
abiurare la sua opera e il libro fu condannato.