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Disoccupazione.

Econ. - Mancanza di occupazione, cioè di lavoro retribuito. ║ Stato di necessità che ne deriva. Il termine talvolta comprende anche i lavoratori sottoccupati o sospesi dal lavoro a tempo indeterminato o determinato. ● Encicl. - Statisticamente il rilevamento della d. è limitato al censimento della popolazione, potenzialmente in condizione di svolgere un lavoro, che si trovi in uno stato di inattività, totale o parziale. La d. può essere definita ciclica, quando dipenda da fluttuazioni che si ripetono periodicamente o da congiunture sfavorevoli; cronica, se caratterizzata da lunghe inattività interrotte saltuariamente da prestazioni occasionali a basso tasso produttivo. Nelle società industrializzate la d. può avere inoltre natura frizionale, essere cioè causata da una mancata risposta a richieste di mobilità della mano d'opera da una zona all'altra o da un lavoro all'altro; tecnologica, in quanto provocata da un mancato adeguamento delle capacità professionali alla rapida evoluzione delle tecnologie produttive. Con l'avanzare della tecnologia applicata, con lo sviluppo della meccanizzazione e dell'automazione, infatti, diminuisce rapidamente la possibilità di impiego della manodopera scarsamente qualificata e di manovalanza generica. Il fenomeno della d. ha investito dapprima l'agricoltura, la cui meccanizzazione ha portato a una riduzione dei posti di lavoro a bassa qualifica (attualmente, in un Paese con un'agricoltura efficiente, la popolazione addetta a tale settore produttivo non supera il 10%). I lavoratori emarginati dalla meccanizzazione agricola si sono, d'altra parte, rivelati privi della preparazione necessaria per poter essere assorbiti adeguatamente in altri settori, in particolare nell'industria che, a sua volta, con il tempo ha eliminato i lavoratori meno qualificati. Lo sviluppo della tecnologia industriale ha portato, infatti, alla richiesta di un numero sempre maggiore di specialisti altamente qualificati, cui è corrisposta una tendenza a respingere la manodopera generica o in possesso di una specializzazione ormai superata, in seguito all'automatizzazione di numerose operazioni prima svolte manualmente. Spesso però il personale in grado di soddisfare le nuove necessità non è disponibile in numero sufficiente sul mercato del lavoro, per il mancato adeguamento nel tempo delle strutture scolastiche. Pertanto, mentre tendono a scomparire alcune qualifiche professionali, si riscontra una crescente richiesta di specialisti ai vari livelli di competenza. È chiaro quindi che con lo sviluppo tecnologico è stato rovesciato lo schema classico della civiltà industriale che prevedeva una massa di operai relativamente poco specializzati e una piccola élite di specializzati e di impiegati. Il sistema, infatti, mentre prevede un crescente numero di dirigenti e di responsabili dei settori tecnici, tende a ridurre il fabbisogno di lavoratori manuali, tanto specializzati che generici, sostituiti dalle macchine. Con la meccanizzazione sono invece richiesti più impiegati e membri della tecnostruttura, cioè tecnici ad alto livello. È chiaro quindi che a queste esigenze economiche corrisponde una crescente richiesta di istruzione, divenuta una necessità del sistema industriale moderno, che ha bisogno di personale con elevate capacità, soprattutto per quanto riguarda la coordinazione e la pianificazione: ingegneri, programmatori, ricercatori di mercato, esperti delle tecniche di comunicazione, ecc. Nei Paesi sottosviluppati, il fenomeno della d. ha invece carattere strutturale: dipende, cioè, dallo squilibrio esistente tra risorse produttive e pressione demografica, tra disponibilità di capitali e lavoro, e da scarsa o inesistente qualifica della manodopera disponibile. ● Dir. - D. involontaria: condizione in cui versano i lavoratori che non trovano occupazione nemmeno accettando salari inferiori a quelli correnti. Nel caso si verifichi questa eventualità esiste un'assicurazione con la quale lo Stato interviene a favore dei lavoratori. Tale assicurazione è gestita dall'INPS: è obbligatoria per coloro che svolgono la loro opera alle dipendenze altrui, mentre esclude coloro che prestano lavoro a domicilio, gli addetti a servizi domestici e coloro che esercitano in modo permanente la loro attività alle dipendenze dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Può usufruire della prestazione chi sia disoccupato per cause non dipendenti dalla sua volontà, sia dotato di capacità lavorativa e sia stato vincolato da un rapporto di lavoro subordinato per il periodo minimo prescritto. Se il lavoratore si trova in tali condizioni, ha diritto a una indennità di d., purché egli sia regolarmente iscritto a un Ufficio di collocamento e, nel biennio precedente, siano stati versati, almeno per un anno, i relativi contributi associativi. La prestazione consiste in un'indennità giornaliera proporzionale ai contributi versati nell'ultimo anno; questa viene versata per un periodo massimo di 180 giorni e il lavoratore ne perde il diritto quando abbia un nuovo lavoro, o ne abbia rifiutato uno a lui confacente, oppure sia divenuto privo della capacità lavorativa. Per i soli lavoratori dell'industria che siano costretti, sempre contro la loro volontà, a svolgere un'attività inferiore alle 40 ore settimanali (sottoccupazione) è prevista la corresponsione di un'integrazione salariale che consenta loro di percepire, da parte di una speciale cassa presso l'INPS (cassa integrazione), una somma complessiva uguale a quella ordinaria.