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Disegno.

Rappresentazione di oggetti, persone, luoghi reali o immaginari ottenuta per mezzo di un tracciato di linee su una superficie piana. ║ D. ornamentale: ciò che conferisce a particolari prodotti industriali un ornamento relativo a forma, linee e colori; può essere oggetto di brevetto. ║ D. strumentale: d. eseguito con strumenti di precisione quali riga, squadra graduata, tecnigrafo, compasso, ecc. ║ D. a mano: d. eseguito senza l'ausilio di alcun strumento di precisione. ║ D. geometrico: d. strumentale tracciato secondo le leggi della geometria descrittiva e proiettiva. ║ Fig. - Progetto, piano d'azione, intenzione, scopo; schema d'azione, anche abbozzo di un'opera. ● Arte - D. artistico: immagine grafica di elementi concreti o astratti, rappresentata da linee su una superficie, che insieme costituiscono uno spazio limitato. A seconda degli strumenti usati per tracciare le linee si distinguono d. a penna, a matita, a carboncino, a sanguigna, a pastello, a gesso, a punta d'argento, a biacca, a china, a graffito, a pennello; anche la superficie di supporto può variare dal papiro alla pergamena, alla pietra, all'argilla, alla carta, al cartoncino, al muro. Le combinazioni di strumenti e di supporti danno origine nel tempo a tecniche diverse, alcune antiche, altre moderne e di avanguardia: ad esempio graffito su pietra o intonaco, incisione su coccio o metallo, pennello su ceramica, pergamena o carta, e su sinopie, punta di piombo o d'argento su carte preparate, ecc. Le tecniche sono caratterizzate da stili diversi e diverse sono le caratteristiche della linea: d. per contorni, in cui la linea delimita la forma esterna e gli elementi interni, d. per volumi, in cui per ottenere l'effetto della profondità si ricorre a linee di vario spessore, a tracciati di linee parallele o incrociate; infine vi è il d. per macchie, in cui l'effetto volume si ottiene con i giochi di luci e ombre, le sfumature e i chiari-scuri. In quanto fase iniziale e creativa dell'elaborazione artistica, il d. può avere una funzione accademico-didattica, oppure può essere un d. preparatorio, inteso come fase tecnica preparatoria alla realizzazione di un'altra opera. La produzione grafica dell'età preistorica è caratterizzata da d. per contorno, anche colorati, come nelle pitture rupestri, dove il naturalismo espressivo si alterna alla geometrizzazione delle forme. Ne deriva un processo di astrazione parallelamente a quello che determina la creazione del simbolo e dell'ideogramma. Il d. per contorno è proprio anche dell'arte egiziana, che predilige la rappresentazione di profilo e su un unico piano, dell'arte iranica, e soprattutto di quella classica, greca e romana, in cui il d. ha un vasto uso nella pittura vascolare. Ma già nel IV sec. a.C. compaiono esempi di d. per macchie, che culminano nelle pitture pompeiane. Per tutto il Medioevo il d. fu strumento preparatorio alla realizzazione del dipinto. La critica tardo-trecentesca (Cennino Cennini, Libro dell'Arte) considerò il d. come fondamento dell'arte, riconoscendone un'autonomia artistica; nel primo Quattrocento (Leon Battista Alberti, Piero della Francesca) il d. fu considerato uno strumento indispensabile per la costruzione prospettica e per l'indagine naturalistica, ma solo in quanto parte della pittura. Invece per Leonardo da Vinci il d. era un fondamentale strumento di conoscenza e di indagine della realtà naturale: celebri sono i suoi studi di anatomia e di botanica. I trattatisti del Cinquecento (A. Doni, F. Zuccari, G. Vasari) consideravano il d. espressione della idea divina insita nell'anima dell'artista e la sua realizzazione era una vera e propria creazione individuale; tale concezione perdura nel Seicento. Il riconoscimento di un valore intrinseco del d., in quanto prima manifestazione del genio creativo, determinò la nascita e lo sviluppo del collezionismo: lo stesso Vasari raccolse un notevole numero di d. in cinque codici oggi smembrati; quindi F. Baldinucci, nel Seicento, riordinò la collezione dei granduchi di Toscana, che poi costituì l'attuale Gabinetto degli Uffizi a Firenze; nel Settecento il trattatista e collezionista francese P.J. Mariette catalogò e studiò filologicamente la Collezione Crozat, nucleo della raccolta conservata al Louvre, a Parigi. Altre celebri collezioni sono quella di Casa Buonarroti a Firenze, l'Ambrosiana a Milano, quella della Biblioteca nazionale di Madrid, del British Museum di Londra, dell'Albertina di Vienna, dell'Ermitage di San Pietroburgo e del Metropolitan Museum di New York. Molte di queste furono organizzate e arricchite tra il Settecento e l'Ottocento, quando, con lo sviluppo del Neoclassicismo, il d. acquistò una rilevanza sempre maggiore. In genere i più grandi artisti furono anche abili disegnatori: alla grande scuola toscana, in particolare rinascimentale, appartengono Paolo Uccello, Pollaiolo, Ghirlandaio, Botticelli, e, soprattutto, Leonardo, Michelangelo, Raffaello. Alla scuola veneta appartengono i d. di Mantegna, Bellini, Tintoretto e Veronese, caratterizzati da una grande libertà di tratto e ricchi di suggestioni coloristiche, ripresi nel Settecento da Canaletto, Tiepolo e Guardi. La scuola napoletana secentesca di Preti, Giordano e Salvator Rosa si ispirò al maestro Caravaggio. I d. di Rubens, Pietro da Cortona, Bernini, Rembrandt si inseriscono nella corrente barocca per caratteristiche proprie. Maestro della scuola tedesca fu Dürer, mentre numerosi sono i d. di scuola fiamminga di Bosch, Brueghel, Luca di Leida e di Ruysdael. La Francia, tra Seicento e Settecento, vanta disegnatori grandissimi, da Callot a Lorrain, Watteau, Fragonard, Boucher. Importante e significativa è la produzione grafica di Goya: visioni, schizzi dal vero, scene satiriche realizzate con grandissime varietà di tecniche. Disegnatori ottocenteschi furono Ingres, Gericault, Delacroix, i paesaggisti Constable e Turner e la generazione dei postimpressionisti, da Cézanne a Gauguin, a Toulouse Lautrec. Tutte le maggiori personalità artistiche del Novecento quali Picasso, Matisse, Klee, Modigliani, Morandi, Guttuso, furono grandi disegnatori. ● Arch. - D. architettonico: rappresentazione grafica di un'opera architettonica, nella sua totalità o nei suoi singoli elementi, sia con visioni di esterni che di interni. Si possono distinguere rilievi e progetti: i primi riproducono lo stato di opere già esistenti, i secondi quello di edifici destinati alla costruzione, per la cui realizzazione forniscono tutti i dati fondamentali. Tali d. consistono in proiezioni ortogonali su piani delle diverse parti dell'edificio, con sezioni orizzontali (piante) e verticali (alzati o prospetti). Le dimensioni dell'opera sono riprodotte in scala, variabile in genere da 1:200 fino a 1:50, o, per singoli dettagli, in grandezza reale; spesso si accompagnano ad assonometrie e ad isonometrie. Schizzi o bozzetti riproducono l'immagine prospettica dell'edificio nella sua completezza e nella sua realtà. Le tecniche usate sono diversificate: da quelle tipiche del d. geometrico a quelle pittoriche dell'acquarello o della tempera. Già in epoca romana si realizzavano d. di opere architettoniche, con piante e quadri prospettici; la tradizione continuò nel Medioevo, con espressioni particolari soprattutto in epoca gotica. Ma solo nel Rinascimento il d. architettonico ebbe uno straordinario sviluppo e acquistò le caratteristiche moderne; a poco a poco divenne una forma d'arte autonoma, non più obbligatoriamente finalizzata alla costruzione, arricchendosi delle più diverse tecniche rappresentative. ● Tecn. - D. tecnico: rappresentazione grafica di oggetti, nel loro insieme o nei singoli particolari, destinati alla costruzione, per la quale fornisce tutti i dati necessari. L'oggetto è immaginato sospeso nello spazio, racchiuso in un parallelepipedo ideale: sui suoi piani sono proiettati ortogonalmente gli spigoli di tale oggetto; queste proiezioni sono dette viste, per un totale di sei: una dal basso, pianta, quattro laterali, alzati o prospetti, e una dall'alto; si aggiungono, inoltre, sezioni e assonometrie. Tutto ciò consente di indicare anche le dimensioni dell'oggetto (quotatura), il tipo di materiale utilizzabile, le tolleranze dimensionali, superficiali e geometriche. Le rappresentazioni sono fatte in scala, variabile a seconda delle dimensione degli oggetti e della loro finalità. In genere si esegue il d. a matita su carta, quindi lo si ricalca su carta lucida a china; tuttavia è sempre più diffuso l'uso del plotter e la conseguente automatizzazione. ║ D. meccanico: rappresentazione geometrica di un meccanismo, macchina o impianto, usata sia per la costruzione che per il montaggio. Sono state stabilite sia su scala nazionale (in Italia dall'Ente Nazionale di Unificazione, UNI) sia su quella internazionale (dall'Organizzazione internazionale di normalizzazione, ISO) norme particolari e segni convenzionali per rendere la lettura di tali d. e dei dati connessi rapida e chiara. ║ D. all'elaboratore o d. al calcolatore: d. realizzato su video al computer grazie a particolari programmi grafici. Il d. è stampato su carta grazie a una stampante o ad un plotter. ║ D. automatizzato: rappresentazione grafica di apparecchiature o schemi ottenuti con una stampante o un plotter collegati a un computer; si usa nella fase di progettazione, per visualizzare e verificare l'effettiva resa del progetto e le possibili incongruenze nei dati. Grazie a un sistema di animazione si possono generare e visualizzare immagini in movimento. ● Ind. - D. industriale: V. INDUSTRIAL DESIGN. ● Cin. - D. animato: V. CARTONI ANIMATI. ● Psicol. - L'interesse per il d. negli studi di psicologia riguarda due aspetti: il suo impiego nello studio dell'evoluzione della personalità del bambino, e come test di efficienza intellettiva e della personalità. Per il primo aspetto determinanti furono gli studi del pedagogo ceco F. Cizek e dello psicologo francese G.H. Luquet che, nei primi anni del Novecento, distinse caratteristiche diverse del d. infantile, corrispondenti a fasi diverse dello sviluppo mentale del bambino. La prima fase è connotata da un d. per scarabocchi; segue quella del realismo fortuito e quindi la fase del d. intenzionale e del realismo; indizi importanti di come il bambino interagisca con il reale sono il modo di rappresentare la figura umana, l'effetto "trasparenza" (per esempio una casa vista dall'esterno con gli occupanti visibili attraverso le pareti) e il "ribaltamento" cioè la contemporanea presenza in una scena di tutti i punti di vista, la ricerca prospettica. Infine frequente è l'uso del d. per i test, sia per misurare l'efficienza intellettiva, sia per le indagini sulla personalità. Noti sono quello di Goodenough (d. della figura umana), di Fay (d. di una donna sotto la pioggia), di Bender (copia di alcuni d. geometrici semplici) per la coordinazione percettiva motoria, di Koch (d. dell'albero), di Machover (d. della figura umana), di Corman (d. della famiglia) e lo HTP (d. di albero, casa e persona, su cui deve essere raccontata una storia). ● Dir. - D. di legge: proposta di un provvedimento legislativo presentata dal Governo o da parlamentari, da sottoporsi alla discussione e all'approvazione delle Camere, secondo l'art. 72 della Costituzione. Non può riguardare le approvazioni di bilanci e di trattati, che devono essere proposte solo dal Governo.