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Disco.

(dal latino discus). Oggetto di forma circolare appiattita. ● Sport - In atletica leggera, attrezzo di forma lenticolare, in genere in legno, con due placche metalliche al centro e con una bordatura metallica, usato dagli atleti nelle gare di lancio del d. Antica disciplina atletica, già praticata in Grecia, con d. di pietra o di metallo, in epoca moderna era già presente nella prima edizione dei Giochi olimpici, e nel 1908 fu rinnovata con l'introduzione di una nuova tecnica di lancio, quella con rotazione: l'atleta, in una apposita pedana circolare, compie un giro e mezzo su stesso, con l'intento di lanciare il d. il più lontano possibile, all'interno di un settore predisposto, di 45°. ║ Nell'hockey su ghiaccio, piastra di gomma vulcanizzata, colpita e lanciata con mazze sulla superficie ghiacciata, per cui tale sport in Italia è detto anche d. sul ghiaccio. ║ Nel sollevamento pesi, ciascuna delle piastre circolari metalliche, di diametro e peso variabili, che vengono montate sulla sbarra e che con questa costituiscono il bilanciere. ● Etn. - D. labiale, nasale, auricolare: sottili ornamenti in legno, simili a piattelli, diffusi in particolare in Africa centrale col nome di pelele e nell'America meridionale con quello di botoco, usati per provocare una deformazione permanente rispettivamente nelle labbra, nelle narici e nei lobi delle orecchie. ● Anat. - D. epifisario: lamina di tessuto cartilagineo, propria delle ossa lunghe, situata tra difisi ed epifisi; avente la funzione di riprodurre il tessuto nella fase dello sviluppo, scompare al termine della pubertà. ║ D. intervertebrale: lamina circolare fibrocartilaginea, di forma biconvessa, situata tra i corpi di due vertebre contigue; consente di articolare le vertebre tra loro e di ripartire in modo uniforme le pressioni esercitate sul rachide. Il d. intervertebrale è costituito da una parte centrale (nucleo polposo) e una periferica elastica (anello fibroso); in caso di sforzo eccessivo il nucleo polposo può subire un trauma, con conseguente produzione di ernia. ║ D. ottico o papilla ottica: area discoidale della retina in cui si congiungono il nervo ottico proveniente dal cervello e i vasi retinici. ● Bot. - D. fiorale: formazione particolare propria di alcuni fiori, posta al di sotto del gineceo o tra androceo e gineceo, costituita da un corpo più o meno sviluppato e carnoso, di forma piatta o a coppa o a cuscinetto, spesso dotata di ghiandole nettarifere e quindi ricca di sostanze di riserva usate durante la fase della maturazione dei frutti. ║ D. fungino: nei funghi ascomiceti, ricettacolo a forma di coppa e più o meno pedicellato e carnoso in cui si trova l'imenio. ║ D. adesivo: espansione presente all'apice dei viticci, con cui essi aderiscono al substrato; è tipico di alcuni vitigni. ● Embr. - D. germinale o germinativo, detto anche discoblastula: zona priva di vitello nutritizio delle uova telolecitiche di rettili, uccelli, e di alcuni molluschi e pesci; si trova anche in qualche uovo eterolecitico di alcuni insetti. Il d. germinale contiene il plasma formativo e si forma a seguito della segmentazione parziale delle uova. ● Aer. - D. volante: in genere tutti gli oggetti volanti di forma circolare o elissoidale, non identificabili, più o meno luminescenti, definiti negli Stati Uniti Unidentified Flying Objects (V. UFO). Nella gran maggioranza dei casi, però, si è accertato che si tratta di fenomeni ottici o di elementi aeromobili, quali palloni sonda, satelliti artificiali, stelle cadenti, ecc. ● Fis. - D. di Airy: d. centrale luminoso dell'immagine di diffrazione di un oggetto puntiforme osservato al telescopio, quale una stella; questo fenomeno fu studiato per la prima volta dall'astronomo G.B. Airy (V.). ║ D. cromatico o di Newton: d. diviso in vari settori colorati che, se fatto roteare, appare bianco, poiché nell'occhio avviene la sovrapposizione dei colori. ║ D. elettromagnetico o di Faraday: strumento che consente di verificare il fenomeno dell'induzione elettromagnetica, formato da un d. di rame che ruota intorno ad un asse, collegato a un galvanometro, e usato per la prima volta dal fisico M. Faraday (V.). ║ D. condensatori o di Aepinus: due d. metallici paralleli e avvicinabili che costituiscono lo strumento con cui si verifica la tensione elettrostatica e la capacità di condensazione dell'elettricità; fu ideato da U.T. Aepinus (V.). ║ D. di Rayleigh: strumento per misurare la velocità di propagazione delle onde sonore, ideato da J.W.S. Rayleigh (V.). ║ D. stroboscopico: V. STROBOSCOPIO. ● Tecn. - D. del freno: nel freno a ceppi, d. metallico su cui si esercita l'azione frenante dei freni. ║ D. di innesto: parte di una frizione, connessa con l'albero primario del cambio. ║ D. fonografico: sottile lastra circolare che serve per riprodurre suoni, musica e parole, attraverso uno strumento apposito, il fonorivelatore o fonografo. Nella riproduzione del suono si distinguono due tipi di d., quello tradizionale o d. analogico e quello digitale o compact disc. ║ D. analogico: è di materiale sintetico, e porta su ogni facciata un solco a spirale, inciso dal bordo verso il centro, in senso orario; in base alle dimensioni del solco e alla velocità di rotazione, si distinguono tipi diversi di d.: i più comuni hanno una velocità di rotazione di 45 giri/min e di 33 1/3/min, con una densità media di 275 solchi al cm, e hanno un diametro rispettivamente di 17,5 cm e di 30 cm. Sul solco sono incise lateralmente delle ondulazioni, corrispondenti alle informazioni sonore registrate: sono riprodotte dalla puntina del fonografo che, percorrendo il solco, ne segue le ondulazioni, oscillando parallelamente al piano e provocando le vibrazioni che, nell'apparecchio fonografico, producono i suoni. In questo tipo di incisione la profondità del solco rimane invariata e si modifica solo il tracciato del solco: è perciò definita incisione laterale, applicata per la prima volta da E. Berliner nel 1887, e si differenzia da quella verticale, usata da T.A. Edison nel 1878 per il suo cilindro, l'antenato del d. I d. più diffusi sono i d. a microsolco, o stereofonici, ossia dotati di un solco a V di 90°, sulle cui pareti sono registrate due informazioni stereofoniche, e si differenziano da quelli monofonici, in uso fino agli anni '40, cioè dotati di un solo canale di riproduzione. Tuttavia oggi i d. analogici sono per lo più sostituiti dai d. digitali. ║ D. digitale: fa parte del sistema compact disc digital audio che si avvale di lettori ottici. Si tratta di un d. in alluminio, con una sottile pellicola protettiva in plastica, avente un diametro di 12 cm e uno spessore di 1,2 mm. Un solo lato è registrato e l'informazione, in forma numerica, secondo un codice digitale, è conservata in microscopiche cavità, larghe solo 0,5 µm, lunghe 1-3 µm e distanti tra loro 1,6 µm. È letta da un fascio di raggi laser che procede dall'interno verso l'esterno, focalizzato sulla superficie del d. Questo sistema consente di superare le imperfezioni nella riproduzione meccanica del suono propria dei d. analogici, assicurando così un suono più puro, una bassa distorsione armonica e una durata maggiore. ● Telecom. - D. combinatore: posto sugli apparecchi telefonici, serve a inviare alle centrali l'indicazione del numero che si vuole chiamare. ║ D. di Nipkow: dispositivo meccanico che consente di esplorare le immagini; fu determinante per l'avvento della tecnica televisiva. È un d. metallico bordato con una serie di fori disposti a spirale, in modo tale che, fatto roteare davanti a uno schermo, attraverso ogni foro si possa vedere una sola parte dell'immagine, ma al termine di un giro l'immagine sarà analizzata completamente. Fu inventato dall'ingegnere tedesco P. Nipkow (V.). ● Inf. - D. magnetico: negli elaboratori elettronici, dispositivo ausiliario per la memorizzazione dei dati, a basso costo e di facile accesso. È un sottile d. metallico rivestito nelle due facce di materiale magnetizzabile; ciascuna faccia è organizzata a tracce circolari concentriche che contengono i dati. La registrazione e la lettura dei dati sono effettuate da testine elettromagnetiche, di materiale ceramico, che scorrono radialmente, grazie a un sistema di bracci, raggiungendo ogni punto del d.