(detto
il Vecchio). Tiranno di Siracusa.
Genero di Ermocrate, affermò il suo potere sulla città di
Siracusa, approfittando dei conflitti provocati all'avanzata cartaginese in
Sicilia (i Cartaginesi, infatti, si erano impadroniti di Agrigento, Gela,
Camarina). Nominato stratego, eliminò progressivamente i suoi colleghi e
instaurò un regime autoritario, appoggiandosi al popolo e fomentando
l'odio contro l'aristocrazia oligarchica. Conclusa una svantaggiosa pace con
Cartagine (404), il tiranno riorganizzò l'esercito e la flotta e si
preparò alla riscossa. Intrapresa una politica di espansione,
riuscì a imporre il proprio potere su molti dei territori abitati da
comunità sicule (tra cui Enna) e a occupare alcune colonie greche (tra
cui Etna, Catania, Nasso, Reggio, Lentini). Uniti i territori in una
comunità unica,
D. riprese la guerra contro Cartagine, forte di
una numerosa flotta (di più di 200 unità) e di un esercito
estremamente agguerrito, costituito da 60.000 opliti. In tal modo fu in grado di
riconquistare gran parte dei territori perduti con la pace del 404 e si
impadronì dopo un lungo assedio della fortezza fenicia di Motia
(397-396). Malgrado ciò, una sconfitta subita dalla flotta siracusana al
largo di Catania lo costrinse a rifugiarsi all'interno di Siracusa. In seguito,
approfittando di una pestilenza scoppiata tra i Cartaginesi,
D. riprese
l'iniziativa e si rivolse contro le città della Magna Grecia che si erano
alleate a Cartagine. Nel 386 riuscì, dopo un lungo assedio, a espugnare
Reggio. Nel 383 iniziò una nuova guerra contro Cartagine che si concluse
sei anni più tardi. Dopo aver rubato il tesoro del tempio di Agilla il
tiranno riuscì ad allestire una flotta che gli permise di battere i
Cartaginesi in due battaglie nel 383-376 e nel 368, lasciando loro solo
l'estremità occidentale dell'isola.
D. si interessò anche
delle questioni della Grecia continentale; intervenne a sostegno di Sparta ed
ebbe un ruolo determinante nel convincere Atene a firmare la pace di Antalcida
(386). Abbandonato il tentativo di imporsi militarmente su Cartagine, si diede
allo sviluppo dei commerci e alla fondazione di colonie che assicurassero a
Siracusa il predominio sul Tirreno. Successivamente dichiarò una nuova
guerra contro Cartagine, nel corso della quale morì (Siracusa 432 a.C.
circa - 367 a.C.).