(detto
Gemeto). Uomo politico bulgaro.
Iniziò verso i vent'anni l'attività politica e fu tra i
protagonisti della costruzione dell'unità sindacale. Contrario
all'alleanza della Bulgaria a fianco degli Imperi centrali, fu imprigionato per
ordine del Governo. Nel 1919 promosse la fondazione del Partito comunista
bulgaro aderente alla III Internazionale comunista e nel 1923 guidò
l'insurrezione popolare contro il regime monarchico: il fallimento della rivolta
lo costrinse a fuggire all'estero. Riparò a Belgrado, a Vienna e quindi a
Mosca, dove fu uno dei maggiori dirigenti del Comitato esecutivo
dell'Internazionale comunista. Nel 1933, nel corso di una missione in Germania,
fu accusato dal Governo nazista di aver organizzato l'incendio del Reichstag.
Processato a Lipsia, si difese con estrema abilità e costrinse il
tribunale ad assolverlo: successivamente espulso dalla Germania, fece ritorno in
Russia. Dal 1935 al 1943 fu segretario generale del Comintern sostenendo la
politica dei Fronti Popolari e degli accordi operativi antifascisti con tutte le
forze democratiche. Nel 1944 fece ritorno in Bulgaria promuovendo la nascita di
una Repubblica popolare di tipo comunista, di cui fu il presidente fino alla
morte (Radomir 1882 - Mosca 1949).