Uomo politico e filosofo inglese. Figlio di uno
degli organizzatori della Congiura delle Polveri, ordita ai danni di Giacomo I,
ebbe da giovane una vita movimentata partecipando anche alla battaglia di
Alessandria contro la flotta franco-veneziana e armando navi corsare, che
utilizzò contro legni spagnoli ed olandesi. Nato cattolico, aderì
in seguito alla religione protestante di Stato, ma nel 1636 tornò
definitivamente al Cattolicesimo. La dichiarazione di apostasia, emessa a suo
carico dal Parlamento, lo costrinse ad abbandonare l'Inghilterra e a rifugiarsi
in Francia, dove crebbe in stima intellettuale e culturale presso letterati e
filosofi, fra cui Descartes. Rientrato in patria come cancelliere della regina
Enrichetta Maria, ne fu nuovamente bandito dal Parlamento nel 1649. Riammesso in
Inghilterra solo nel 1654, cercò di ottenere da Cromwell un regime di
tolleranza verso i cattolici. Dopo la Restaurazione degli Stuart, fu confermato
cancelliere della regina e nel 1663 fu tra i fondatori della Royal Society. Si
occupò non solo di filosofia, ma anche di medicina e alchimia. Tra le sue
opere ricordiamo:
Colloquio con una signora sulla scelta di una religione
(1638),
Discorso sull'infallibilità in religione (1652),
Osservazioni sulla Religio medici (1643). Di particolare valore sono
però i due trattati
Sulla natura del corpo e
Sulla natura
dell'anima umana (1644), in cui, valendosi di accenti platonici, affermava
l'immortalità dell'anima in quanto pura e indistruttibile attività
conoscitiva, che non riproduce ma possiede idealmente le cose in sé
(Gayhurst, Buckinghamshire 1603 - Londra 1665).