Chim. - Composto chimico organico avente peso
molecolare 154,20, formula bruta C
12H
10 e formula di
struttura (indicando i numeri con cui si designano convenzionalmente gli atomi
di carbonio):

È quindi costituito da un anello
benzenico con uno degli atomi di idrogeno sostituito da un
fenile,
cioè da un altro anello benzenico privo di idrogeno. Il
d. si
classifica quindi fra gli idrocarburi aromatici ed è precisamente il
più semplice termine contenente più di un nucleo, a nuclei non
condensati. Si presenta come solido cristallino incolore, cristallizzato nel
sistema monometrico; fonde a 69÷79 °C e bolle a 254,9 °C. Ha un
odore gradevole; è poco solubile in acqua (100 g d'acqua sciolgono 0,03
di
d., a 25 °C), ma ben solubile in alcool etilico (100 g del quale
sciolgono ben 56 g di
d. a 20 °C) e nell'etere etilico, oltre che in
molti altri comuni solventi organici. Il suo peso specifico allo stato liquido
(a 73 °C) è 0,992 g/cm
3, cioè molto vicino a
quello dell'acqua. Il
d. si trova in piccola percentuale nel catrame di
carbon fossile, dal quale può venire isolato. Industrialmente può
essere preparato in molti modi; i principali sono solo due, che utilizzano
benzene come materia prima. Con il primo processo, il benzene viene inviato allo
stato di vapore ad alta temperatura su ossido di ferro
Fe
3O
4 rovente (a circa 1.000 °C); si ha probabilmente
una
dissociazione omolitica del benzene:
seguita da una ricombinazione dei radicali, per
cui la reazione globale si può scrivere:
2C
6H
6
C
6H
5 –
H
5C
6 + H
2
L'altro metodo consiste nel far gorgogliare del
vapore di benzene in piombo fuso alla temperatura di 750 °C circa; la
reazione che si verifica è analoga alla precedente. In entrambi i casi
solo una parte del benzene viene trasformata in
d.; una parte, invece,
non reagisce (onde viene separata dai prodotti e riciclata), mentre un'ultima
parte si converte in omologhi superiori del
d., cioè in composti
aventi più di due anelli, quali trifenile, tetrafenile, ecc. Da un punto
di vista chimico, il
d. presenta tutte le reazioni tipiche dell'anello
benzenico, accentuate dal fatto che la presenza del secondo anello può
esaltare la reattività. In particolare, questa mutua influenza dei due
anelli, favorisce le reazioni di sostituzione degli atomi di idrogeno nelle
posizioni
orto e
para, cioè sugli atomi di carbonio 2, 4, 6
e 2', 4' e 6'. Il
d. presenta però anche reazioni particolari,
sulle quali vale la pena di soffermarsi. Anzitutto, occorre dire che la
stereochimica delle reazioni può avere un notevole effetto sul loro
andamento. Allo stato solido la molecola
d. si presenta pressoché
piana, cioè con i due piani dei due nuclei benzenici coincidenti in un
unico piano. In tal modo gli orbitali
π di ognuno
dei due anelli sono fra loro allineati e possono fondersi, aumentando la
possibilità di risonanza della molecola e quindi stabilizzandola.
Tuttavia, il legame fra i due anelli ha carattere prevalentemente di legame
semplice, cioè σ, e quindi ammette
rotazioni relative dei due anelli attorno alla linea
che li unisce. In questo modo una molecola allo stato vapore (e quindi con
maggiore contenuto energetico) può presentare i due anelli su piani
diversi, sempre però appartenenti a uno stesso fascio. Se introduciamo
sugli anelli dei sostituenti, specialmente se ingombranti, la posizione di
minore energia può esigere che i due piani si posizionino fra di loro con
un certo angolo fisso. Se i sostituenti hanno forma e posizione opportuna, la
rotazione attorno al legame σ
può essere del tutto impedita e la molecola non
sarà più libera di ruotare. È quindi facilmente intuibile
come nelle sostituzioni, soprattutto se sono già presenti dei
sostituenti, la forma sterica del gruppo sostituente possa influenzare
fortemente la reazione e al limite impedirla. Un'altra cosa da considerare
è la stabilità degli anelli benzenici, legata alla particolare
distribuzione dei legami
π.
Così, una reazione di idrogenazione del
d. condotta in condizioni
abbastanza blande (ad esempio a 180 °C con nichel di Raney come
catalizzatore) porta alla saturazione di un anello, lasciando intatto l'altro
anello. Il prodotto che si ottiene è il fenil-cicloesano (o
cicloesil-benzene) avente formula:

Se si fosse condotta un'idrogenazione
più energica si sarebbero potuti idrogenare entrambi gli anelli; in ogni
caso però l'idrogenazione di un anello avviene completamente o non
avviene affatto. Per quanto detto prima circa la stereochimica del
d.
sostituito, si deve concludere che i derivati di questo composto per
sostituzione possono avere o meno delle attività ottiche secondo le
posizioni in cui avviene la sostituzione e secondo che i gruppi permettano o
meno la rotazione relativa dei due anelli. Ad esempio il
composto:

acido 2, 6'-difenil-disolfonico, avendo
due sostituenti abbastanza grandi in posizioni orto (2 e 6') non avrà
possibilità di rotazione relativa; avremo quindi due forme otticamente
attive, cioè due
isomeri ottici. Questa particolare forma di
isomeria è detta anche
atropisomeria. Invece il
composto:

acido 3, 5'-difenil-disolfonico, ha una
forma tale per cui è possibile la libera rotazione dei due anelli: non si
ha isomeria ma un'unica forma possibile (in quanto essa coincide anche con la
sua simmetria, che sarebbe l'acido 5, 3'-difenil-disolfonico o acido
m,
m'-difenil-disolfonico, ove
m sta per
meta-) che ovviamente
non presenta attività ottica. In generale, nonostante la facilità
con cui il
d. può essere fatto reagire, la maggior parte dei suoi
derivati che hanno interesse industriale non è preparata dal
d.
stesso, ma da altri composti più facilmente preparabili. Ad esempio, la
benzidina o
4, 4'-diamminodifenile o
p, p'-diamminodifenile
(ove
p- sta per
para-), che è un'importante intermediario
per la preparazione di coloranti azoici, si prepara a partire dal benzene
direttamente. Questo viene nitrato a nitrobenzene
C
6H
5―NO
2
che poi per deidrogenazione si trasforma in
idrazobenzene

L'idrazobenzene è un isomero
della benzidina; in opportune condizioni può trasformarsi in questa
secondo una reazione che si chiama appunto
trasposizione benzidinica e
che si può scrivere
così:

La stessa benzidina può essere
preparata anche con la
sintesi di Ullmann a partire dalla
para-bromoanilina

Per trattamento con sodio (che sottrae
il bromo con produzione di NaBr) si ha condensazione di due molecole di questo
composto, con formazione di benzidina. La stessa reazione porterebbe al
d. se si usasse non la p-bromoanilina ma del bromobenzene. ║
Usi: il principale impiego del
d. si ha nella preparazione dei
suoi derivati, che rappresentano dei prodotti intermedi per la fabbricazione di
sostanze più complesse, quali coloranti, medicinali, plastificanti, ecc.
Il cicloesilbenzene può sostituire il
cumene nella produzione di
fenolo ed acetone. Il
d. da solo è impiegato come antisettico e
fungicida. È utilizzato ad esempio nella conservazione degli agrumi sia
spruzzandolo su questi in soluzione molto diluita che impregnando la carta in
cui sono avvolti. Esso presenta però una forte azione tossica sul sistema
nervoso centrale, per cui il suo impiego è vietato dalla legislazione di
molti Paesi. Prodotti clorurati ottenuti clorurando direttamente la miscela di
d. e di polifenili che si ottiene nella fabbricazione del
d. sono
impiegati come plastificanti per materie plastiche e vernici. Infine il
d. in miscela eutettica con il difeniletere
C
6H
5―O―C
6H
5
è utilizzato come mezzo di trasporto di calore in chimica ed in
termotecnica con il nome di
Dowtherm.