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Didone.

Mit. - Leggendaria fondatrice di Cartagine. Secondo la versione greca del racconto, il suo nome era Theiosso, in fenicio Elissa. Figlia del re di Tiro, sposò Sicheo; il fratello Pigmalione, una volta divenuto re, le uccise il marito, forse per impadronirsi delle sue ricchezze. Con l'aiuto di alcuni compagni, D. fuggì verso Occidente e, dopo lunghe peregrinazioni - da cui acquistò il nuovo nome di D. (l'errante) -, giunse in Libia. Qui ottenne dal re Iarba la promessa di tanta terra quanta ne potesse comprendere una pelle di bue; tagliata quest'ultima a strisce sottilissime, ne cintò il terreno su cui sorse Cartagine. Pretesa in moglie da Iarba, per restare fedele alla memoria del marito morto D. si uccise. Gli autori romani si inserirono sul racconto greco rielaborandolo: già in Nevio si trovava il racconto dell'amore ricambiato di Enea per D. Virgilio derivò da qui i tratti della sua versione, inserita nell'Eneide quale antefatto e giustificazione della sanguinosa rivalità fra Roma e Cartagine. Enea, in viaggio verso l'Italia, è sospinto verso Cartagine da una tempesta. Fra lui e la regina nasce l'amore, cui D. si abbandona dopo una lunga lotta interiore volendo conservare la fedeltà alla memoria di Sicheo. L'eroe sarebbe già disposto a fermarsi nella città, quando Giove lo richiama al suo destino. Vedendo le navi di Enea allontanarsi sul mare, D. si uccide dopo aver predetto un odio eterno fra la sua città e quella futura di Enea. Paradigma delle vicende sempre attuali dell'amore infelice, la figura di D. ebbe grande spazio nella rielaborazione letteraria e teatrale di tutte le epoche.