Filosofo e scrittore francese. Trasferitosi a Parigi
per concludere gli studi, ottenne giovanissimo le
maîtrise in
filosofia. Nei primi anni di vita parigina si mantenne facendo il traduttore
dall'inglese di opere di storia e di medicina. Nel 1746
D. compose il suo
primo lavoro originale, le
Pensées philosophiques, cui seguirono i
due romanzi
Gioielli indiscreti e
L'oiseau blanc, conte bleu
(1748) e il libello
Lettera sui ciechi a uso di quelli che vedono (1749),
che ne causò l'arresto per il dichiarato ateismo. In questi anni,
però,
D. aveva già concepito l'idea di un'enciclopedia,
nata in corrispondenza al lavoro di traduzione e aggiornamento dell'
Universal
Dictionary of Arts and Sciences di Chambers. Nel 1748, affiancato da
D'Alembert, chiese licenza all'editore per la stesura di un testo originale,
dando vita all'
Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des
sciences, des arts et des métiers (V.
ENCICLOPEDIA O DIZIONARIO RAGIONATO DELLE SCIENZE, DELLE ARTI E DEI
MESTIERI), opera che più di ogni altra rappresentò e
influenzò lo spirito e la cultura illuministica. Il poderoso lavoro di
riordino e rielaborazione della cultura del tempo si poneva per
D. come
espressione e inventario della facoltà dell'uomo di comprendere e
dominare la realtà e la natura che lo circonda.
D. ideò,
diresse e portò a termine quest'opera al di là dei numerosi ed
enormi ostacoli che si frapposero alla sua pubblicazione. Le difficoltà
originarono dall'opposizione degli ambiti culturali più conservatori, in
particolare dai Gesuiti, ma anche dagli abbandoni dei collaboratori che, pure,
contarono personaggi quali Rousseau, Morellez, Quesnay, Turgot. I venti volumi
dell'opera furono pubblicati, con alterne vicende, fra il 1751 e il 1772 ed
ebbero un enorme successo anche commerciale.
D. fu l'anima di tutta
l'impresa: dissimulò all'interno delle voci meno impegnative le tesi
più audaci e sovvertitrici della cultura pre-illuministica,
affrontò gli argomenti religiosi dando pari spazio a diverse fedi e
confessioni, cercò di fornire ai lettori le armi della critica per
aiutarli a "screditare ogni pregiudizio". Terminato il lavoro,
D.
soggiornò per un certo periodo di tempo in Russia presso Caterina II.
Rientrato a Parigi nel 1774, passò gli ultimi dieci anni della sua vita
appartato, pubblicando diversi lavori. Ricordiamo alcuni titoli: la
Lettera
sui sordi e sui muti (1751), il
Sogno di D'Alembert (1769),
Pensieri filosofici sulla materia e il movimento (1770),
Saggio sulle
scuole in Russia e
Progetto di una università per il governo della
Russia (1774),
Saggio sul regno di Claudio e Nerone (1778); fra le
opere teatrali, "drammi borghesi" ispirati al teatro inglese e a Goldoni:
Il
figlio naturale o
Le prove della virtù (1757),
Il padre di
famiglia (1758),
La monaca (1760),
Les deux amis de Bourbonne,
È buono? È cattivo? Questo non è un racconto
(1781). La corrispondenza, iniziata nel 1755, con Sophie Volland, costituisce
uno dei più interessanti carteggi della letteratura francese (
Lettere
a Sofia Volland). Il pensiero filosofico di
D. da un'iniziale
posizione deista evolse verso l'ateismo e il materialismo, coltivando un'aspra
critica al dogmatismo religioso e pensando la realtà unicamente come
manifestazione della materia in movimento. Il suo pensiero estetico, espresso
nei romanzi e nelle opere teatrali come nel lemma "Bello"
dell'
Encyclopédie, formulò la cosiddetta "teoria dei
rapporti", in base alla quale la bellezza di un ente è data dai rapporti
che si possono osservare: quelli interni delle sue componenti e quelli esterni
con gli altri enti. La posizione politica di
D. fu tra le più
radicali in assoluto anche all'interno del gruppo dei
nouveaux
philosophes. In particolare nelle voci "Autorità politica", "Diritto
naturale", "Società", "Rappresentanti", il filosofo affermò che
nessun uomo ha per natura il diritto di comandare sugli altri, che solo il
consenso della maggioranza conferisce temporaneamente questa autorità, in
forza di un contratto, e che il potere acquisito diversamente è
un'usurpazione. Anche secondo
D. l'uomo è buono per natura, mentre
l'origine dei mali sta nelle società ingiustamente organizzate, secondo
inique convenzioni (Langres 1713 - Parigi 1784).