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Dickens, Charles.

Scrittore inglese. La sua adolescenza fu accompagnata dalle precarie condizioni finanziarie della famiglia, che culminarono nella reclusione per debiti del padre nel 1824. In questa occasione D. fu costretto a lavorare per alcuni mesi in una fabbrica, esperienza che gli permise di raccogliere informazioni sulle difficili condizioni delle classi lavoratrici inglesi, che rifluirono negli anni seguenti nei suoi romanzi. Ripresi e velocemente terminati gli studi, si impiegò prima presso un avvocato, poi come stenografo del tribunale ed infine come cronista parlamentare per il quotidiano liberale "Morning Chronicle". Il legame così iniziato col mondo giornalistico continuò per tutta la vita in forme sempre varie, dalla cronaca, alla pubblicazione a puntate dei suoi romanzi su diversi periodici, alla fondazione di due settimanali ("Household Words" e "All the Year Round") e alla direzione di un quotidiano ("Daily News"). Nel 1833 cominciarono ad apparire con la sua firma su alcune riviste dei brevi "pezzi" su aspetti di vita londinese, che in seguito raccolse nel volume Sketches by Boz (Schizzi di Boz). Queste prose, ancora più giornalistiche che letterarie, valsero comunque a D. il contratto da cui sortì il primo grande romanzo di D.: Il Circolo Pickwick (V. CIRCOLO PICKWICK, IL), pubblicato a fascicoli tra il 1836 e il 1837. Le ingenue e umoristiche avventure dei personaggi, e in particolare del duo Pickwick-Sam Weller, permisero all'autore di percorrere l'Inghilterra pre-industriale, alla ricerca dei più caratteristici tipi umani, in un'atmosfera umoristica sì ma anche nostalgica. In questa prima opera sono già presenti i motivi che torneranno anche in quelle seguenti: la redenzione individuale quale possibilità di salvezza dal male sociale, il tema del viaggio come elemento purificatore che attraverso la bruttura della realtà conduce alla scoperta dei luoghi dei valori, la famiglia vittoriana sentita come unità sociale genuina, mondo di amore e riparo all'ostilità dell'esterno. In questo periodo D. cerca di operare un incontro tra diverse tradizioni narrative: il realismo alla Defoe, il romanzo picaresco di Fielding, le atmosfere cupe del romanzo gotico, l'affresco storico e il romanticismo di Scott, l'interesse per la società vittoriana e il romanzo di denuncia sociale. Il successo, anche economico, conseguito e il matrimonio con Catherine Hogarth permisero a D. di dedicarsi alla sola attività letteraria, pubblicando tra il 1837 e il 1839, anche questa volta a puntate, il nuovo romanzo Oliver Twist (V.), cui seguì Nicholas Nickleby (1839). Entrambe i lavori mostrano una certa carenza per quanto riguarda la struttura narrativa, dovuta da una parte alla cadenza delle puntate settimanali, che rendeva difficile la costruzione di una solida trama predefinita, dall'altra alla ricerca quasi nevrotica da parte di D. del gradimento e dell'approvazione del pubblico. Il rapporto di sintonia che si instaurò fra l'autore e i suoi lettori è veramente raro, riuscendo egli non solo a farsi interprete delle diffuse istanze sociali di giustizia, di equità economica, di polemica contro i mali della società vittoriana, ma anche ad esprimere tutto ciò nei toni umoristici, poetici e sentimentali, sinceri ed immediati, con cui i suoi lettori si aspettavano che fossero espresse. Tuttavia sono romanzi in cui il tema del bambino abbandonato, che ha spunti autobiografici, si svolge in un panorama di caratteri senza sfumature, dove la crudeltà si mostra senza attenuanti e la bontà, quando c'è, è assoluta; la vicenda è sempre smussata dal lieto fine settecentesco, valendosi lo scrittore degli espedienti dell'agnizione o del deus ex machina per concludere i racconti. Le medesime caratteristiche appartengono a La bottega dell'antiquario (1840-41), in cui però eccessivo appare il registro patetico e sentimentale, mentre Barnaby Rudge (1841) si allontana da questo modello per intraprendere il tipo del romanzo storico; tutti e due, comunque, ebbero immediato successo. Nel 1841 D. fece il suo primo viaggio in America, da cui tornò deluso per quanto visto della vita e delle istituzioni americane. Molto di questo viaggio rifluì in Martin Chuzzlewit (1843-44), romanzo dotato di una particolare solidità e coerenza narrativa, in un miscuglio di genere picaresco, giallo e storia di costume (in questo caso degli Stati Uniti jacksoniani). In tale fase di maggiore maturità compositiva nacque il racconto Canto di Natale (1843), in cui sempre più esplicitamente ai mali sociali e morali dell'epoca l'autore propose come unica soluzione la parabola di Scrooge, cioè la redenzione personale, l'affrancamento del singolo dal potere corruttore del denaro, rigettando sia la via dei moti sociali sia quella della politica e del parlamentarismo; seguì il romanzo Dombey e figlio (1846-48), dalle atmosfere tanto cupe da smorzare perfino gli effetti del lieto fine, cui D. continua ad attenersi. Nel 1849 cominciò la pubblicazione del David Copperfield (V.), in cui riprese i temi dell'infanzia e della prima giovinezza con taglio fortemente autobiografico, indulgendo purtroppo al sentimentalismo di maniera. Furono anni di un'intensissima attività letteraria, giornalistica, di viaggi all'estero, ma anche anni di crisi familiare che culminò nel 1858 con la separazione di D. dalla moglie, da cui aveva avuto dieci figli. I romanzi di quest'ultimo periodo, che la critica definì dark per la cupezza e il pessimismo, riproposero le critiche radicali all'utilitarismo contemporaneo, alla falsa morale vittoriana e alla società in genere. In quest'ultima fase venne meno il gusto macchiettistico e umoristico, come anche la consuetudine del lieto fine, mentre i personaggi furono concepiti con individualità più sfumate e complesse. Esemplari in questo senso Casa desolata (1853), con la celebre descrizione della nebbia londinese, Tempi difficili (1854), La piccola Dorrit (1857), Grandi speranze (1861) e Il nostro comune amico (1864). La sua ultima opera, incompiuta, ci testimonia la grande energia creativa che continuava a vivere in D. il quale, con Il mistero di Edwin Drood, si accingeva a sperimentare un genere per lui nuovo, quello del racconto poliziesco (Portsmouth 1812 - Londra 1870).