Mus. - Tale viene definita la notazione in cui i
neumi non erano allineati fra loro ma posti ad altezze variabili, rispetto a un
rigo musicale, per indicare anche visivamente l'ampiezza del salto tonale fra
una nota e l'altra. Al principio si utilizzarono due sole linee di riferimento,
quella del
do e quella del
fa; poi, a partire dal XII sec., Guido
d'Arezzo introdusse il
tetragramma (V.
NOTAZIONE).