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Dialetto.

Forma particolare che una lingua assume in una zona di dimensioni più o meno vaste. Esso non gode di autonomia rispetto alla lingua nazionale e costituisce, insieme agli altri d., un gruppo ad essa subordinato. ● Encicl. - A seconda della maggiore o minore possibilità di rapporti tra i diversi gruppi di popolazione (dovuta a fattori geografici, politici, ecc.), i d. possono essere più o meno differenziati tra loro. Anche l'estensione di un d. dipende da numerosi fattori, quali l'ampiezza del territorio occupato dal gruppo che lo parla, il grado di cultura raggiunto da tale gruppo. La distinzione fra diversi d. appartenenti a una stessa famiglia non è sempre facile, poiché le particolarità dei d. tendono in zone limitrofe a sovrapporsi e a intrecciarsi. La stessa difficoltà si presenta nel caso si voglia distinguere tra d. e lingua, soprattutto nel caso del toscano e del romanesco. Al fine di delimitare diversi d. o gruppi di d., si deve procedere prendendo in considerazione un determinato numero di peculiarità e stabilendo le zone nelle quali esse sono presenti e quelle nelle quali sono invece assenti. L'esistenza di d. all'interno di una lingua è un fenomeno riscontrabile pressoché in tutte le civiltà. In Italia, dopo una fase di grande varietà linguistica dovuta alla presenza di popolazioni parlanti idiomi diversi, la conquista romana ebbe come conseguenza la diffusione su tutto il territorio conquistato della lingua latina. In tal modo il latino divenne la lingua ufficiale, differenziata dai diversi d. parlati dalle comunità locali, costituiti da una base di latino non letterario contaminata da apporti delle lingue italiche locali. Frantumatasi l'unità linguistica in seguito alle invasioni barbariche, fino al XVI sec. si imposero anche nell'uso letterario i diversi d. In seguito il toscano si impose definitivamente come lingua nazionale italiana.