Estensione territoriale caratterizzata da un regime
climatico arido, cioè avente precipitazione annua inferiore ai 200 mm, in
cui la vita animale e vegetale è molto scarsa o addirittura assente.
║ Il termine
d. viene utilizzato anche per indicare le terre
artiche e antartiche, caratterizzate da un clima polare; in queste regioni la
vita animale e vegetale è quasi assente (V.
ARTICHE, TERRE E ANTARTIDE). ║ Per estens. - Luogo squallido,
inospitale o poco frequentato. ● Geogr. fis. - Il clima desertico è
caratterizzato dalla scarsezza di precipitazioni, aventi generalmente carattere
di rovescio, dal tenore medio di umidità relativa dell'atmosfera
inferiore al 20%, che determina fortissime evaporazioni (anche 4 m d'acqua annua
nel
d. del Sahara), e da forti venti (ghibli, simun, ecc.). La
trasparenza dell'atmosfera, tipica delle zone desertiche, è causa di
temperature diurne molto alte (superiori ai 50 °C) e notturne molto basse
(molti gradi sotto zero), con conseguenti correnti convettive dell'aria che
aumentano ulteriormente l'evaporazione e trasportano sabbia e polvere;
ciò provoca un'azione corrosiva detta
corrasione che va ad
aggiungersi all'erosione eolica e al disgregamento delle rocce prodotto dalle
variazioni termiche. Le parti più piccole del materiale detritico
così formatosi si accumulano quindi nelle zone dove le correnti aeree
tendono a spegnersi. Così si formano le dune sabbiose, aventi
orientamento parallelo e andamento mobile, a seconda della direzione dominante
del vento. Le piccole particelle asportate lasciano talvolta visibile un suolo
pietroso, il
reg. Importante è anche l'azione delle acque
correnti, che producono effetti disastrosi, soprattutto a causa della mancanza
di vegetazione, incidendo profonde voragini nei pendii. I rilievi si innalzano
bruscamente al di sopra di questi pendii come isole (per questo motivo sono
chiamati
inselberg). La mancanza di umidità e la conseguente
aridità, hanno cause diverse a seconda che si considerino i
d.
caldi, quelli
costieri o quelli
freddi. I
d. caldi
(come ad esempio il Sahara) si trovano generalmente a una latitudine tropicale
in cui, a causa dell'alta pressione, avviene una continua discesa di aria secca
dalle alte quote. I
d. costieri (diffusi, per esempio, in Namibia e in
Cile), che dovrebbero trarre beneficio delle correnti umide provenienti
dall'oceano, sono invece costantemente spazzati da venti che spirano dalla terra
al mare (alisei), mentre correnti marine fredde ostacolano la penetrazione
dell'aria umida. I
d. freddi (dei Gobi, degli Stati Uniti occidentali,
ecc.), infine, si trovano alle medie latitudini, molto distanti dal mare o
isolati da alte catene montuose; generalmente presentano un'escursione termica
annua molto forte, con inverni decisamente freddi. I maggiori
d. della
Terra sono il Sahara e il Kalahari in Africa; il
d. del Gobi e
dell'Arabia interna in Asia; il
d. dell'Australia interna. Altri di
minore estensione sono quelli del Nevada, della California, dell'Arizona e del
Colorado nell'America del Nord e il
d. di Atacama nell'America del Sud.
║
Vegetazione: nelle regioni desertiche la vegetazione assume un
aspetto tipico, in conseguenza dell'adattamento alla siccità. Le piante
sono caratterizzate dalla presenza di un fusto di notevoli dimensioni, in grado
di immagazzinare meglio l'umidità; le foglie sono generalmente
trasformate in spine per ridurre al minimo l'evaporazione; le radici penetrano
nel terreno fino a raggiungere grandi profondità. Vi sono inoltre
particolari specie di piante che spuntano rigogliose non appena si verificano
delle precipitazioni, vivendo, tuttavia, solo pochi giorni. ║
Fauna: la fauna del
d. è rappresentata soprattutto da
rettili e cammellidi; talora si trovano anche esemplari di specie originarie
delle vicine steppe, come antilopi, roditori,
volpi.
Deserto del Sahara: i monti vulcanici del Tibesti