Trasformazione in deserto di una zona relativamente
umida. Il processo può essere causato da una maggiore aridità del
clima o dalla distruzione della vegetazione e dei suoli conseguente all'azione
dell'uomo. Le regioni maggiormente esposte al rischio della
d. sono
quelle già naturalmente caratterizzate da scarsa piovosità ed
elevata traspirazione ed evaporazione; in esse sono comprese le più
notevoli aree cerealicole e da pascolo della Terra. Lo sfruttamento del suolo,
l'abbandono della tecnica agricola delle rotazioni, l'uso di prodotti chimici,
la distruzione delle foreste e delle barriere naturali per ricavare terreno
coltivabile e favorire la meccanizzazione agricola accentuano e accelerano un
fenomeno che già tende a verificarsi per predisposizione intrinseca della
zona. Se senza l'intervento dell'uomo le variazioni ambientali potrebbero
autorecuperarsi, l'aumento della popolazione e del bestiame, unito alla
necessità di reperire nuove aree coltivabili, induce a spingere al limite
estremo lo sfruttamento dei terreni; anche l'impiego di metodi di irrigazione
errati favorisce la
d., in quanto l'alcalinità rende sterile il
terreno. Le piogge artificiali possono essere utili per contrastare l'avanzata
dei deserti, ma non sono sufficienti; risultati discreti si ottengono con
l'irrigazione, sempre che non faccia aumentare la salinità del
suolo.