Scrittore e filosofo francese. Compiuti gli studi a Parigi sotto la guida di J. Hyppolite
e di M. de Gaudillac all'Ecole Normale Supérieure, presso la quale dal 1965 fu docente di
Storia della filosofia, dal 1983 fu direttore di studi all'Ecole des Hautes Etudes en
Sciences Sociales di Parigi. Considerato uno dei massimi filosofi del Novecento nonché
il padre del Decostruzionismo, con Heidegger, Husserl e Lacan contribuì a una completa
rivisitazione dei concetti e delle categorie proprie della filosofia classica occidentale.
Partendo da Heidegger, affermò l'impossibilità di conoscere l'essere attraverso il linguaggio,
in quanto l'essere è "differenza" rispetto a qualunque forma individuale. Di conseguenza,
il linguaggio non deve tendere alla parola assoluta capace di definire l'essere, ma solo
a cogliere dei segni, delle tracce. All'origine del linguaggio non è la parola detta, ma
una scrittura originaria, che
D. chiama
archiscrittura e il cui studio
(
grammatologia) viene posto come sostitutivo della metafisica tradizionale. L'inizio
della sua attività filosofica coincise con la traduzione e l'introduzione alla
Geometria
di Husserl. Scrisse in seguito i volumi
La voce e il fenomeno (1967),
Della
grammatologia (1967),
La scrittura e la differenza (1967),
I margini della
filosofia (1972),
L'archeologia del frivolo (1973),
Speroni. Gli stili di
Nietzsche (1976),
La verità in pittura (1978),
La cartolina da Socrate a
Freud e oltre (1980),
Memorie di cieco (1980),
Oggi l'Europa (1991),
Mal d'archivio. Un'impressione freudiana (1995),
L'università senza condizione
(2002),
Stati canaglia (2003),
Il sogno di Benjamin (2003).
D. si
occupò anche di letteratura nei volumi
Paraggi (1986),
Psyche. Invenzione
dell'altro (1987),
Due parole per Joyce (1987),
Memorie per Paul de Man
(1988) (el Biar, Algeria 1930 - Parigi 2004).