Uomo politico cinese. Ancora adolescente, prese
parte ai movimenti studenteschi di protesta, che chiedevano il rinnovamento
socio-culturale della Cina contro il potere straniero. Nel 1921, recatosi a
Parigi come studente-operaio, aderì al Partito comunista e al suo ritorno
in Cina nel 1924 si iscrisse al PCC. Recatosi in Unione Sovietica nel 1926,
completò gli studi presso l'università orientale. Nel 1927 assunse
la direzione della segreteria del Comitato centrale del Partito comunista di
Shangai dove rimase sino al 1929 quando, insieme con Ho Ch'ang, organizzò
la VII armata rossa nel Kiangsi, unendosi a Mao nel 1931. Commissario politico
di varie armate, durante la "lunga marcia" e la lotta di guerriglia contro le
forze giapponesi ricoprì incarichi politici e militari di primo piano.
Nominato membro del Comitato centrale del Partito al VII Congresso nel 1945,
dopo la proclamazione della Repubblica Popolare fu incaricato della gestione
degli affari politici ed economici della Cina sud-occidentale (la sua regione
d'origine). Ministro delle Finanze e segretario del Comitato centrale del PCC
nel 1954, conservò la carica fino al 1967, figurando al quarto posto
nella gerarchia cinese, facendo inoltre parte dell'Ufficio politico del partito
e del comitato permanente, nel cui ambito condusse importanti missioni a Mosca.
Divenuto, nel periodo 1966-68, il bersaglio preferito dalla "rivoluzione
culturale", dopo Liu Shao-Chi, e accusato di deviazionismo capitalista, fu
tratto dall'ombra in seguito alle riabilitazioni politiche avviate da Chou
En-lai all'inizio del 1972. Nominato vice primo ministro nell'aprile del 1973,
nell'agosto successivo, al X Congresso del PCC, fu rieletto al Comitato
centrale. Cooptato nel Politburo nel gennaio 1974, nell'aprile successivo fu
incaricato di guidare la delegazione inviata a New York in occasione
dell'apertura della sessione delle Nazioni Unite e tenne un importante discorso
politico all'Assemblea dell'ONU, confermando la sua ascesa al vertice del
partito e del Governo, tanto che alla morte del premier Chou En-lai fu designato
come suo successore (gennaio 1976). Tuttavia poco tempo dopo fu inspiegabilmente
allontanato da ogni carica pubblica e criticato duramente dall'ala radicale del
partito. Solo dopo la morte di Mao, l'ascesa di Hua Kuo-feng, e gli attacchi a
Ciang Cing (vedova di Mao) e alla sua "Banda dei Quattro di Shangai",
D.X. fu reintegrato in tutti gli incarichi direttivi (luglio 1977). Nel
1980 si dimise dalla carica di vice primo ministro, conservando, tuttavia, la
leadership politica. Nel 1981 fu eletto presidente della Commissione militare
centrale, l'organismo incaricato del controllo dell'esercito. Nel 1982
entrò a far parte del comitato ristretto dell'ufficio politico del
Partito che lo riconobbe come leader assoluto. In questa veste
D.X.
inaugurò un nuovo corso della politica cinese, promuovendo lo sviluppo
economico e l'apertura della Cina verso l'Occidente, pur nella riconferma del
ruolo politico esclusivo del PCC. Nel 1989
D.X. ordinò la
repressione nei confronti degli studenti di Pechino, che manifestavano in piazza
Tien-An-Men (1989) per chiedere riforme e democrazia (Guangyan 1904 - Pechino
1997).