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Deneuve, Catherine.

Pseudonimo di Sylvie-Catherine Dorléac. Attrice cinematografica francese. Figlia degli attori teatrali Maurice Dorléac, meglio conosciuto come Maurice Teynac, e Renée Deneuve, a 13 anni intraprese la carriera cinematografica, usando come pseudonimo il cognome della madre. Recitò in piccole parti fino al 1962, anno in cui Roger Vadim le fece raggiungere la notorietà con Il vizio e la virtù. Dopo il musical Les parapluies de Cherbourg (1964) di Jacques Demy, si affermò definitivamente nel panorama internazionale con Repulsion (1965) di Roman Polanski e Bella di giorno (1967) di Luis Buñuel, pellicola rifiutata a Cannes, ma premiata a Venezia con il Leone d'Oro. Attrice raffinatissima, dalla bellezza eterea e maestosa, la D. impersonò per moltissimi anni l'essenza del cinema francese del quale divenne ambasciatrice nel mondo. Fu protagonista di numerosi film diretti da prestigiosi registi; tra i principali citiamo: Mayerling (1968) di Terence Young; La mia droga si chiama Julie (1969) di François Truffaut; Tristana (1970) di Luis Buñuel; La cagna (1972) di Marco Ferreri; Fatti di gente perbene (1974) di Mauro Bolognini; Anima persa (1977) di Dino Risi; L'ultimo metrò (1980) di François Truffaut, con cui vinse il César e il David di Donatello come miglior attrice straniera; Scandalo a Palazzo (1984) di Francis Girod; Amore e musica (1984) di Elie Chouraqui; Speriamo che sia femmina (1986) di Mario Monicelli; Indocina (1992) di Régis Wargnier, con cui ottenne il suo secondo César; I misteri del convento (1995) di Manoel de Oliveira; Genealogia di un crimine (1997) di Raoul Ruiz; Place Vendôme (1998) di Nicole Garcia, che le valse la Coppa Volpi quale migliore attrice al Festival del Cinema di Venezia; Pola X (1999) di Leos Carax; Dancer in the dark (2000) di Lars von Trier; Ritorno a casa (2001) di Manoel de Oliveira; D'Artagnan (2001) di Peter Hyams; Pollicino (2001) di Olivier Dahan; 8 donne e un mistero (2002) di François Ozon, con cui fu insignita, insieme alle altre interpreti femminili, dell'Orso d'Argento al Festival di Berlino; Un film parlato (2003) di Manoel de Oliveira; Il re e la regina (2004) di Arnaud Desplechin; I tempi che cambiano (2005) di André Téchiné; Le concile de Pierre (2006) di Guillaume Nicloux (n. Parigi 1943).