Romanzo di Emilio De Marchi, pubblicato nel 1888
sull'"Italia" (con il titolo
La bella pigotta) e in volume nel 1890. Ha
come protagonista un impiegato di Milano il quale, soccorrendo la famiglia del
fratello suicida, si innamora della cognata Beatrice, ma sceglie di allontanarsi
per sempre da lei allorché il cugino Paolino, fittavolo benestante, la
chiede in sposa. Il romanzo, benché non esente da una certa
discontinuità stilistica, è stato rivalutato dalla critica
novecentesca come una delle prove più interessanti dell'Ottocento
italiano, soprattutto nella rievocazione della Milano di fine secolo e nella
descrizione della campagna lombarda. La vicenda è narrata dall'autore con
una profonda partecipazione umana, esente da sentimentalismo, ed è
condotta con uno stile realistico privo di sbavature.