Uomo politico e filosofo ateniese. Allievo di
Teofrasto, si schierò in politica con il partito macedone. Il re di
Macedonia Cassandro gli affidò nel 317 a.C. l'amministrazione
dell'Attica, alla quale
D. impose un Governo di tipo oligarchico e
filomacedone. A causa della sua politica, fortemente accentratrice anche se non
dispotica (ordinò un censimento, il primo a noi noto di tutta
l'antichità), fu avversato dai cittadini della regione e, dopo la
sconfitta di Lemno (314 a.C.), fu costretto a fuggire rifugiandosi ad
Alessandria. Dedicatosi agli studi di erudizione (suggerì, fra l'altro,
la fondazione della biblioteca alessandrina), dovette esiliare a causa
dell'ostilità mostratagli dal nuovo re Tolomeo Lagide. La sua produzione
(scritti sui poemi omerici, di retorica, ecc.) è andata quasi interamente
perduta; ebbe fortuna soprattutto il
De elocutione, particolarmente amato
dal Rinascimento italiano (Falero 350 a.C. circa - Africa 307 a.C.).