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Democràtico.

Aggettivo: della democrazia, che si ispira ai principi della democrazia. ║ Sostantivo: fautore della democrazia. ║ Per estens. - Di persona che tratta volentieri con dipendenti o con soggetti di grado più umile, perché ne rispetta il lavoro o ne riconosce i diritti. ● Pol. - Stato d.: Stato in cui sia attuato il principio della sovranità popolare, in cui cioè il potere legislativo ed esecutivo origini dal popolo, sia esercitato da esso e in suo favore. Tale esercizio del potere, tuttavia, per essere effettivo deve essere dotato di istituti e strumenti che consentano una reale azione di indirizzo e una reale possibilità di controllo. Poiché il popolo non è un'entità omogenea e indifferenziata, ma l'insieme di singoli individui e diversi gruppi di opinione, consegue che l'indirizzo politico generale, destinato poi a tradursi in atti efficaci che condizioneranno la vita dell'intera comunità statale, deve essere ricavato in conformità alla tendenza politica che sia emersa, attraverso il libero concorrere delle idee, come prevalente. Lo strumento per l'individuazione della volontà popolare prevalente sono le elezioni: se ne deduce anche che uno Stato d. è tale quando esprima un "governo della maggioranza". La struttura d. dello Stato può essere realizzata secondo due modalità fondamentali: la collettività può intervenire nelle singole decisioni in modo diretto e immediato o in modo indiretto e mediato, attraverso cioè una rappresentanza, scelta grazie all'espressione dei suffragi, che operi in sua vece. In questo secondo caso, che è per motivi di ordine materiale e di ordine pratico la forma prescelta dalla totalità degli Stati d., il principio di autodeterminazione e autogoverno popolare è realizzato mediante l'elezione di rappresentanti cui viene delegato l'esercizio diretto delle funzioni legislative ed esecutive. Tale modalità è pienamente d., in quanto gli indirizzi rappresentati negli organi gestionali dello Stato rispettano le tendenze realmente esistenti nella collettività sociale. La reiterazione del momento elettorale, non solo a scadenze ordinarie ma anche, quando necessario, straordinarie, dovrebbe assicurare una costante aderenza fra l'azione dei rappresentanti e la volontà popolare. Questa corrispondenza fra elettore e rappresentante, sempre valida per quanto riguarda le assemblee legislative, è derogata da parte di molti Stati d. per quanto riguarda organi amministrativi e giurisdizionali o gli stessi esecutivi, i cui membri possono venire cooptati dalle assemblee democraticamente elette, ma non sono direttamente prescelti dal popolo. Una forte garanzia d. sarebbe costituita dal potere dell'elettore di revocare l'eletto, nel caso in cui l'attività di quest'ultimo non si conformi agli accordi presi: solo eccezionalmente, però, le costituzioni delle democrazie moderne conferiscono al corpo elettorale tale potere di revoca. In genere tutte le figure e i poteri dello Stato a carattere elettivo possono essere rimossi dal loro ufficio, prima della fine del loro mandato, solo a causa di gravi violazioni del diritto o della costituzione e tale indipendenza dei rappresentanti di fronte ai loro elettori è garanzia di non ricattabilità dei primi da parte di lobby o gruppi di pressione; essa costituisce inoltre uno dei caratteri che distinguono i Parlamenti moderni dai corpi legislativi del periodo antecedente la Rivoluzione francese. Fu la Costituzione francese del 1791 infatti che, per la prima volta, proclamò solennemente l'indipendenza del deputato in quanto rappresentante non di un settore particolare dell'elettorato, ma dell'intera Nazione. La democrazia rappresentativa si fonda proprio sull'assunto che il popolo sia presente nella sede del Governo per delega, pur non potendo esercitare direttamente e immediatamente il potere legislativo. Riducendosi il principio d. all'elezione, il sistema elettorale è di fondamentale importanza per il tipo e il grado di effettiva democrazia. Requisito irrinunciabile di un sistema d. moderno è il suffragio universale, con l'indicazione di un'età minima ragionevole per il conseguimento del diritto di voto, nella maggior parte dei casi variabile fra i 18 e i 21 anni. Essenziale, invece, alla formazione di progetti e idealità politiche, nonché di indirizzi operativi della volontà pubblica in una democrazia parlamentare, è l'esistenza dei partiti politici. Ciascuna delle formazioni politiche attraverso le elezioni potrà ottenere nelle assemblee rappresentative un numero di eletti dipendente dalla sua reale consistenza nel corpo elettorale. Il sistema proporzionale assicura la perfetta coincidenza della forza relativa dei partiti e dei gruppi negli organi dello Stato rispetto a quella posseduta nella collettività: è il sistema che si avvicina di più all'idea dell'autodeterminazione. Dalla rappresentanza proporzionale si distingue la cosiddetta "rappresentanza della minoranza", cioè quel sistema elettorale che garantisce un'adeguata rappresentanza a un solo gruppo di minoranza, quello relativamente più forte. Nel sistema maggioritario, declinato in diverse forme, la maggioranza relativa ottiene una sovrarappresentazione in termini numerici. All'interno degli Stati d. rappresentativi esistono spesso istituti di democrazia diretta che, in casi particolari, consentono una partecipazione non mediata del corpo elettorale alle decisioni. La Costituzione italiana, per esempio, prevede le leggi di iniziativa popolare, di cui si può ottenere la discussione in Parlamento previa la raccolta di un milione di firme; il referendum abrogativo di leggi ordinarie, previa la raccolta di 500.000 firme; il referendum confermativo di leggi di revisione costituzionale.