Partito politico italiano. Nacque il 13 febbraio 1998 dal PDS (V.) su iniziativa del
segretario Massimo D'Alema, che volle aprire il partito ai contributi delle culture
cristiano-sociale, socialista e ambientalista. A tal proposito, nel nuovo soggetto
politico denominato
DS oltre al PDS confluirono Federazione Laburista, Movimento
dei Comunisti Unitari, Sinistra Repubblicana, Cristiano Sociali, Riformatori per
l'Europa. Anche il simbolo venne modificato, sostituendo l'emblema del PCI ai piedi
della quercia con una rosa e la sigla PSE (Partito Socialista Europeo). Nell'ottobre
1998, in seguito alla caduta del primo Governo Prodi, D'Alema lasciò la segreteria
del partito per assumere l'incarico di primo ministro, diventando il primo premier
post-comunista della storia d'Italia. Sostituto di D'Alema alla segreteria dei
DS fu il riformista Walter Veltroni. Il partito fece il suo debutto elettorale
in occasione delle consultazioni europee del 1999, in cui si confermò prima forza del
centro-sinistra con il 17,4% dei voti. Tale risultato fu sostanzialmente ripetuto
alle regionali del 2000, dalle quali tuttavia la coalizione dell'Ulivo uscì fortemente
indebolita (perse in 8 regioni su 15), complice l'ascesa del centro-destra di Silvio
Berlusconi, che nel frattempo aveva ricucito i rapporti con la Lega Nord. D'Alema,
prendendo atto della sconfitta elettorale, rassegnò le dimissioni da primo ministro,
diventando, nel dicembre dello stesso anno, presidente dei
DS, carica fino a
quel momento inesistente. Dopo l'elezione a sindaco di Roma di Veltroni (2001), il
ruolo di segretario del partito fu assunto da Piero Fassino, che accentuò il carattere
socialista e democratico dei
DS, tanto da inserire nel simbolo il riferimento
per esteso al Partito Socialista Europeo. Alle consultazioni politiche del maggio
2001, in cui i
DS si presentarono con l'Ulivo e appoggiarono la candidatura
di Francesco Rutelli, il partito mantenne la medesima consistenza elettorale degli
appuntamenti precedenti, attestandosi al 16,6%. La coalizione di centro-sinistra
risultò tuttavia perdente, dovendo lasciare il Governo al centro-destra di Berlusconi.
Durante gli anni dell'opposizione, i
DS cercarono di ricostruire la credibilità
del centro-sinistra, lavorando per creare un'ampia coalizione di forze democratiche
e riformiste in grado di assicurare stabilità a un eventuale Governo di centro-sinistra.
I primi passi del progetto unitario promosso dai
DS furono compiuti con la
nascita della lista Uniti nell'Ulivo, a cui aderirono anche Margherita, SDI e Movimento
Repubblicani Europei, che si presentò alle europee del 2004 ottenendo il 31% dei
consensi. I
DS elessero 12 deputati al Parlamento europeo, entrando a far parte
del Partito Socialista Europeo. Convinti fautori del progetto dell'Ulivo, i
DS,
insieme agli altri partiti della lista unitaria, nel febbraio 2005 diedero vita alla
Federazione dell'Ulivo (V. ULIVO), chiamata anche FED, nella quale il partito guidato
da Fassino ebbe un peso preponderante. In vista delle consultazioni regionali dello
stesso anno, la coalizione di centro-sinistra acquisì la nuova denominazione L'Unione
(V. UNIONE, L'), comprensiva dell'Ulivo e allargata anche a Rifondazione Comunista,
Federazione dei Verdi, Popolari-UDeuR, Partito dei Comunisti Italiani, Italia dei
Valori, la quale vinse in 12 regioni su 14. I
DS si presentarono sotto il
simbolo dell'Ulivo in nove regioni, concorrendo autonomamente rispetto alle altre
forze della FED nelle altre cinque: complessivamente conseguirono il 17% dei voti,
mentre la FED raccolse un 34,2% sulla base delle nove regioni. Alle elezioni politiche
dell'aprile 2006 i
DS, che appoggiavano la candidatura di Romano Prodi, alla
Camera concorsero sotto il simbolo dell'Ulivo (insieme a Margherita e Movimento
Repubblicani Europei; lo SDI preferì invece impegnarsi nella costituzione di un
soggetto alternativo con i radicali), mentre al Senato si presentarono autonomamente.
Le consultazioni si conclusero con la vittoria di misura della coalizione di
centro-sinistra, all'interno della quale i
DS ottennero il 17,5% dei consensi
al Senato, pari a 62 seggi, mentre alla Camera, come Ulivo, conseguirono il 31,3%,
pari a 220 seggi.