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Democratico, Partito (PD).

Partito politico italiano. Nato il 14 ottobre 2007, il partito si presentò agli elettori come l'erede della precedente esperienza politica de L'Ulivo, intrapresa nel 1995 con l'obiettivo di trovare una sintesi fra le tradizioni della socialdemocrazia, del socialismo democratico, del cristianesimo democratico, del liberalismo e dell'ambientalismo. Le prime proposte riguardanti la nascita di un partito unitario dei riformisti del centrosinistra provennero, nel 2003, da Michele Salvati, economista, giornalista e all'epoca deputato eletto nelle liste dei Democratici di Sinistra. Salvati delineò un ipotetico nuovo partito che avesse come linea politica un nuovo rapporto coi sindacati, col mondo dell'economia e, tra gli scopi, quello di modificare, semplificandolo e stabilizzandolo, il quadro politico e partitico italiano. Accolta con iniziale scetticismo, sia per l'attacco diretto ad alcuni dei maggiori leader di DS e Margherita, sia per l'appartenenza di Salvati alla corrente più piccola dei DS, quella liberal, l'idea iniziale di Salvati venne sostanzialmente riproposta nell'estate del 2003, quando Romano Prodi, allora presidente della Commissione europea, lanciò e patrocinò l'idea di una lista unica in vista delle elezioni europee del 2004; la proposta venne subito respinta dai partiti della sinistra radicale e vista con perplessità dall'Udeur. L'idea di Prodi venne invece accolta da quattro soggetti politici dell'area riformista di quella che si sarebbe chiamata in seguito L'Unione: i Democratici di Sinistra, La Margherita, i Socialisti Democratici Italiani e i Repubblicani Europei. Nacque così la lista Uniti nell'Ulivo, dalla cui esperienza deriva direttamente il progetto del PD. La lista ottenne un buon risultato e si affermò come la lista più votata nel Paese, scelta da circa un terzo degli elettori recatisi alle urne (31,1%). La lista unica venne riproposta in alcune regioni in occasione delle elezioni regionali del 2005, ma il progetto si arenò per le indecisioni della Margherita, che impedirono la presentazione di una lista unica anche alle elezioni politiche del 2006 (verrà presentata soltanto per la Camera dei deputati, riunendo DS, Margherita e Repubblicani Europei). Dopo il risultato delle primarie e dopo la vittoria dell'Unione alle elezioni politiche del 2006, nelle quali la lista unitaria (L'Ulivo) alla Camera prese più voti dei singoli partiti divisi al Senato, il progetto del PD riprese vita. Il primo atto formale verso la costituzione del nuovo Partito venne effettuato il 23 maggio 2007 con la nomina di un Comitato promotore, il "Comitato 14 ottobre", così chiamato con riferimento alla data in cui venne eletta l'Assemblea costituente del PD. Tale Comitato nacque con 45 membri e, oltre ad esponenti di Ds e Margherita, annoverava anche politici provenienti da esperienze diverse (come l'ex UDC Marco Follini e l'ex-SDI Ottaviano Del Turco) e personalità della società civile, come il giornalista Gad Lerner, il presidente di "Slow Food" Carlo Petrini e l'esponente dell'Unione delle Comunità ebraiche Tullia Zevi. Nel luglio 2007 il Coordinamento nazionale delle primarie ufficializzò le candidature alla carica di segretario nazionale del PD di Mario Adinolfi, Rosy Bindi, Pier Giorgio Gawronski, Jacopo Gavazzoli Schettini, Enrico Letta, Walter Veltroni. Le primarie del 14 ottobre rivelarono una partecipazione superiore alle aspettative con 3.554.169 voti validi. Walter Veltroni ottenne circa il 76% e venne designato segretario nazionale del PD; Dario Franceschini venne nominato vice-segretario del partito e Mauro Agostini tesoriere. Alle elezioni politiche del 2008 PD e Italia dei Valori raccolsero complessivamente il 37,5% dei consensi alla Camera, contro il 46,8% della coalizione PDL, e il 38% al Senato, contro il 47,3% della coalizione avversaria. In seguito al negativo risultato delle elezioni amministrative in Sardegna del febbraio 2009, che consegnarono il governo dell'isola nelle mani del candidato del PDL Ugo Cappellacci, Veltroni rassegnò le dimissioni dalla segreteria del partito, assumendosi la responsabilità della disfatta e lasciando il timone del partito a Dario Franceschini. La prima importante sfida che il nuovo segretario si trovò ad affrontare fu quella delle elezioni europee del giugno 2009; il risultato fu piuttosto deludente per il PD che ottenne il 26,1% dei voti, perdendo circa il 7% dei consensi rispetto alle politiche del 2008. Nelle contestuali consultazioni amministrative, il PD perse alcuni suoi feudi elettorali, fra i quali le province di Venezia, Milano e Napoli, mantendo il controllo delle province di Bologna, Firenze e Torino.