Quarta lettera
dell'alfabeto greco (minuscolo δ; maiuscolo Δ), occlusiva dentale
sonora, corrispondente al
d latino e simile
anche al nostro
d. Derivò dal fenicio
daleth. ●
Arald. - Figura che rappresenta un triangolo vuoto. ● Astron. - Simbolo
che indica la declinazione di un astro. ● Chim. - Lettera che viene
utilizzata per indicare il quarto atomo di carbonio di una catena. Un
d.
maiuscolo premesso alle formule di un composto indica la presenza in esso di un
doppio legame; nel caso sia accompagnato invece da numeri posti a esponente,
essi indicano la posizione dell'atomo dal quale parte il doppio legame. ║
Metallo d.: nome di un ottone speciale, composto da rame, zinco, piombo,
ferro e manganese; viene usato soprattutto nella costruzione di navi e per la
produzione di oggetti artistici. ● Fis. - Simbolo che indica le distanze o
le lunghezze relativamente piccole, le deviazioni, i decrementi logaritmici,
ecc. ● Mat. - La lettera viene usata per indicare la variazione della
funzione o del funzionale
f nel calcolo delle variazioni, oppure per
indicare una forma differenziale che non è possibile esprimere come il
differenziale esatto di una funzione. Il maiuscolo è adoperato come
simbolo operatorio o come simbolo di differenza finita. ║ In meccanica
razionale, rappresenta uno spostamento virtuale infinitesimo del punto
P.
● Med. -
Agente d.: in virologia, virus (contrassegnato con la
sigla HDV) responsabile di una particolare forma di epatite, sia acuta che
cronica. La trasmissione del virus può avvenire per via parenterale e
non; per riprodursi, esso necessita del virus dell'epatite B (HBV). Il virus
è stato scoperto da studiosi italiani nel 1977 e sembra diffuso
soprattutto nella regione mediterranea, con una particolare intensità in
Italia. Successivi studi hanno rivelato la sua presenza anche in zone molto
lontane, quali Venezuela, Senegal, Kuwait. ● Radiotecn. -
Antenna a
d.: particolare tipo di antenna periodica verticale. Viene generalmente
usata in ionosonde per i radiosondaggi ionosferici. Rispetto all'antenna rombica
ha il vantaggio di avere un'altezza molto minore. ● Rel. -
D.
mistico: rappresentazione simbolica di Dio, costituita da un triangolo, in
qualche caso circondato da raggi, nel quale sono racchiusi un occhio o le
lettere ebraiche che compongono il nome stesso di Dio. ● Geogr. - Il
termine fu usato dagli antichi Greci per indicare la foce del Nilo, la cui forma
ricorda un triangolo isoscele (segno corrispondente alla lettera
d. maiuscola: Δ). Esso
è poi rimasto nell'uso corrente, per indicare
la formazione di depositi di materiali detritici nella zona in cui un fiume
sfocia nel mare o in zone occupate da bacini lacustri di grosse dimensioni; si
parla nel primo caso di
d. marini, nel secondo di
d. lacustri. La
formazione di
d. marini avviene per accumulo di materiali trasportati dal
fiume. Essa varia a seconda dei rapporti tra processi fluviali e marini:
infatti, la velocità e l'entità della sedimentazione dipendono dal
cambiamento di velocità del flusso delle acque fluviali non appena queste
entrano in contatto con quelle marine. Nel caso in cui i processi fluviali
prevalgano su quelli marini si ha formazione di
d. costruttivi, mentre
nel caso in cui i processi marini siano prevalenti su quelli fluviali si
determinano
d. distruttivi o addirittura foci a estuario. In ogni caso,
comunque, l'azione esercitata dal mare contribuisce al trasporto verso il largo
dei materiali detritici più fini. Il processo di formazione di un
d. passa attraverso varie fasi: dapprima il corso d'acqua sfocia nel mare
in un letto formato dagli stessi materiali deposti; in seguito, la differenza di
densità tra acqua salata e acqua dolce provoca un'espansione di
quest'ultima per inerzia e la conseguente diminuzione della sua velocità
di deflusso. Il materiale trasportato dall'acqua dolce, soprattutto quello
più grossolano e pesante, tende quindi a depositarsi e ad ostacolare, in
tal modo, il flusso della corrente fluviale che, per superare tali ostacoli,
tende a dividersi in più rami e canali. Il
d. presenta
generalmente la forma di un triangolo, ma può assumere forme diverse a
seconda dell'equilibrio che viene a stabilirsi tra le acque di sbocco e il mare:
si hanno così
d. arcuati, cuspidati, lobati, ecc. La parte emersa
di un
d. (piana deltizia) costituisce la continuazione della piana
alluvionale; la parte coperta dalle acque è formata dalla fronte deltizia
e dal cosiddetto prodelta, deposito dei sedimenti più fini e leggeri. La
formazione e l'avanzamento di un
d. è possibile solo in litorali
caratterizzati da acque calme, poiché nel caso di acque molto mosse tende
a prevalere la forza di erosione marina; ciò spiega il fatto che sono
presenti grandi
d. solo in zone di mare chiuso, riparato oppure con maree
di debole entità (Mar Mediterraneo, Golfo del Messico, ecc.). Il
d.
lacustre si presenta con una forte inclinazione nella parte sommersa, la
scarpata subacquea, sulla quale tendono a sedimentarsi i detriti e i materiali
alluvionali. ║ Per quanto riguarda la possibilità di sfruttamento
delle regioni deltizie, nel corso dei secoli l'uomo ha saputo adattare anche
queste zone alle sue esigenze; tuttavia, i
d. non sono zone utili,
poiché non sono navigabili, non consentono la costruzione di strutture
portuali e sono difficilmente coltivabili, a causa della presenza di acque
salate e, in molti casi, di zone paludose. Solo nel caso in cui siano stati
effettuati grandi lavori di bonifica idraulica, spesso proseguiti per decenni,
è stato possibile adibire le regioni occupate dai
d. alla
coltivazione agricola, favorita dalla relativa facilità di irrigazione e
dal trasporto di materiali alluvionali fertili. Esemplari in tal senso sono i
grandi
d. delle regioni monsoniche dell'Asia (
d. del Gange),
intensamente coltivate e densamente popolate, e il
d. del Nilo.