Isola (5,2 kmq) della Grecia, appartenente
all'arcipelago delle Cicladi, nel Mar Egeo. Disabitata e quasi priva di
vegetazione, presenta un territorio prevalentemente roccioso (gneis e graniti),
culminante nel monte Cinto (112 m). Massimo centro religioso dell'Egeo
nell'antichità, costituisce attualmente un centro archeologico di
notevole interesse e importanza. ● St. - Abitata fin dal III millennio
a.C. da popolazioni che praticavano il culto della Gran Madre Cibele, fu invasa
da pirati della Caria, quindi dai Cretesi e dagli Ioni, che introdussero il
culto di nuove divinità (come quello di Latona, che secondo la tradizione
avrebbe dato alla luce Apollo e Artemide sul monte Cinto).
D., insieme a
Delfi, divenne uno dei centri dedicati al culto di Apollo. A partire dal IX sec.
a.C. l'isola fu sede di una grande anfizionia: in primavera vi si riunivano i
Greci che parlavano il dialetto ionico in solenni adunate, dette
panegyreis, in occasione delle delie (V.),
feste sacre in onore del dio profetico e protettore delle arti. Durante il
periodo delle celebrazioni religiose vi si svolgevano anche trattazioni
d'affari, per cui
D. divenne anche emporio commerciale di notevole
importanza. Intorno alla metà del VI sec. a.C. l'isola entrò nella
sfera di influenza di Atene e dal 478 a.C. divenne il centro della Lega
delio-attica. La sottomissione ad Atene, interrotta solo da un protettorato
spartano dal 403 al 378 a.C., durò fino al 315 a.C., quando
D.
riacquistò l'indipendenza. Dopo qualche tempo, pur mantenendo formalmente
l'indipendenza, l'isola divenne in realtà sottoposta ai Tolomei;
successivamente entrò nella lega dei Nesioti, di cui fu forse sede, e
custodì il tesoro. In seguito
D. riacquistò la posizione di
principale centro religioso e commerciale dell'Egeo, al quale approdavano i
mercanti del Chersoneso, della Numidia, dell'Asia Minore, della Siria,
dell'Egitto. Nel 168 a.C., dopo la battaglia di Pidna, a causa del sospetto di
connivenza con il sovrano di Macedonia, l'isola venne privata della propria
autonomia dai Romani, assegnata agli Ateniesi e dichiarata porto franco in
opposizione a Rodi (166), divenendo così un avamposto romano della
penetrazione in Oriente. Con il declino di Rodi e la distruzione di Cartagine e
di Corinto,
D. raggiunse il suo massimo prestigio tra il 100 e il 90 a.C.
Il periodo di decadenza ebbe inizio dopo i saccheggi di Mitridate (88 a.C.) e
dei suoi alleati. Ripresasi dopo la proclamazione della libertà di
navigazione sancita da Pompeo, l'isola decadde definitivamente dal 50 a.C., in
seguito al cambiamento delle rotte commerciali. ● Archeol. - Scavi
sistematici, iniziati nel 1873 dall'archeologo Lebègue e proseguiti dalla
scuola archeologica francese, hanno portato alla luce un vasto complesso di
edifici nella parte settentrionale dell'isola. Ricordiamo innanzitutto il
santuario di Apollo, più volte rimaneggiato, e tre templi: il primo,
incompiuto, fu iniziato nel V sec. a.C.; non lontano da questo si trovano le
rovine del Tempio degli Ateniesi, un edificio eretto da Nicia nel 417 a.C. per
conservare le corone auree consacrate in occasione delle feste delie e le statue
elefantine dedicate a Pisistrato; all'interno di un altro tempio, risalente al
VI sec. a.C., si trovava la statua di Apollo che costituiva oggetto di culto
presso gli antichi. Si sono conservati anche alcuni portici: di Filippo V
(216-201 a.C.), di Antigono (246-239 a.C.), dei Nassi (VII sec. a.C.). Tra gli
altri edifici di interesse ricordiamo il santuario di Artemide, arcaico,
ricostruito nel II sec. a.C. e l'
Heraion, santuario di Hera edificato sul
luogo di una cappella arcaica dell'VIII sec. a.C.